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Reportage ABRUZZO: Valfino al canto e resumé
Di Admin (del 19/08/2009 @ 17:04:59, in reportage, linkato 9584 volte)
Una kermesse di musica, gruppi ed incontri quella di “Valfino al Canto”, IV edizione della festa della musica di Arsita (TE). “Il Cammino della Musica” per la prima volta nel viaggio, veste i panni di “Media Partner” occupandosi di diffondere nell’etere i momenti cruciali della festa e trasmettere le dirette dei concerti nel blog con C6.TV.
La direzione artistica, ben interpretata da Marco Magistrali e Gianfranco Spitilli (www.bambun.webnode.com) ha saputo sapientemente offrire al pubblico di Arsita numerose opportunità culturali di ottima qualità, momenti di ascolto, di riflessione e di divertimento, che non sono mai mancati dall’alba all’alba dei tre giorni di celebrazione. Direi che quella di Arsita è una festa dove serietà e pazzia convivono senza litigio.
Ad aprire la fasta il 9 agosto la folle processione della santa Flurijì (fiorire), protettrice della festa, dei suonatori e di tutte le fioriture, bardata di lucette elettriche che alterano la luminescenza della sua santità: “Ce la siamo inventata nel 2007, e da allora Arsita ne richiede la presenza. L’anno scorso un paesano volle pure mettere un banchetto con un offerta di vino per la santa e i suonatori, e il gesto che la santa fa di roteare la mano in segno di saluto viene a tratti ripetuto dalle genti che stanno in strada quando passa… insomma ci siamo inventati un bizzarro culto. Non è una divinità pagana, un anno fu accompagnata da me vestito da Sant’Antonio Abate, altre volte da un pazzariello banditore, altre dal Don Filippo Lanci vestito da intermesolano del ‘700 che declamava improvvisazioni in rima in suo onore. L’anno scorso abbiamo pure fatto e distribuito delle specie di santini” mi racconta Gianfranco.
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La processione che normalmente partiva dalle scuole in direzione del centro storico, ha quest’anno invertito il tragitto: il centro storico terremotato non può essere attraversato, quindi la santa, anche simbolicamente, esce dal cuore del paese desolato in direzione della festa, accompagnata dalla “Bellante Sband” che interpreta una particolare marcia dei bersaglieri, dai magnifici  pupazzi del Teatro del Corvo di Ovada (AL) e da tutto il gaio popolo di Arsita.
Il terremoto ci ha anche costretto a cambiare le varie location culturali, ma questo ci ha permesso di rinnovare la festa e darle nuovi significati” mi racconta Francesco Ferrante che assieme alla moglie Caterina Cacciatore e all’ Associazione Altofino animano da 15 anni Arsita. “Quest’anno infatti abbiamo optato per sistemare le bancarelle di cibo e alcool lontano dai concerti e dalle vie del paese creando una sorta di selezione naturale tra chi vuole godersi la musica e chi invece la birraLa volontà di Francesco è quella che “Valfino al canto” rimanga una festa popolare paesana, senza deragliare nel tempo, come spesso accade per questo genere di manifestazioni, in mega festoni che cedono l’aspetto culturale a quello commerciale attirando incontrollabili bolge umane.
Le vie del paese sono animate dai vari gruppi invitati, provenienti “dalla Val Fino, delle valli vicine e da altre più lontane, dove non si vede il Gran Sassoed il mio passeggiare senza meta è puntellato da incontri che mi sbalzano la memoria a formidabili esperienze vissute durante questo cammino della musica. C’è Giannina Malaspina, anziana cantastorie che avevo incontrato a Garrufo di Campli (TE) (vedi “Il Cantastorie ritrovato”), trascinata qui dal nipote Francesco di Carlo suo nuovo compagno di musica. Giannina mi ha trattenuto una notte intera con i suoi racconti nostalgici, a tratti le scendono le lacrime, poi affronta la platea cantando un pezzo su Sant’Antonio, uno di quelli che faceva un tempo con il marito per le case e diventa un “animale da palcoscenico”. Fantastica la scena quando alcuni abitanti di Arsita ai quali Giannina faceva visita, la riconoscono e si emozionano.
C’è Raffaele Inserra con le sue magiche tammorre (vedi “Cantà 'ncopp'o tammurro ! La Tammurriata”) sarà lui con la sua “Paranza dei Monti Lattari” a far scatenare la folla in balli ritmati dalle castagnette. Un mattino è venuto con Biagino vedi “Crisi da Percorso” a bere un caffè al camper del cammino della musica, non ho capito molto di quello che diceva, ma ha così risuonato la sua tammorra che mi aveva regalato a Scapoli.
Immancabili “Li Sandandonijrë” di Penna S. Andrea (TE). Incontrati, trasmessi, filmati numerosissime volte dal cammino della musica (vedi “Festa a Penna Sant’Andrea”, “L’energia della tenda”, “Italiani popolo di romantici”) che tra le altre hanno cantato “La Buonasera”, uno dei canti che il gruppo fa entrando nelle case i giorni precedenti la festa di Sant’Antonio Abate.
Onnipresente attivo e auditore Danilo Donninelli, brillante tamburellista marchigiano, incontrato innumerevoli volte durante il cammino (vedi “Addio alle Marche con saltarello”, “Videodimostrazione di Saltarello marchigiano”, “Il popolo del Cantamaggio”). Abbiamo deciso di non darci più l’addio, tanto sarebbero parole sprecate, ci ritroveremo sicuramente alla prossima festa.
Il 12 agosto al mattino Arsita è semideserta, qualche stoico festaiolo vagabonda ancora per le vie pensando chissà a che cosa, qualcun altro si “riposa” esanime nelle panchine, Giannina invece che è andata a letto alle 3 è già in piedi e canta seduta su una sedia vicino all’osteria del paese.
Al prossimo anno.
Ringraziamenti: Gianfranco Spitilli, Marco Magistrali, Caterina Cacciatore, Francesco Ferrante, Silvia de Chirico (fotografa), Ermanno (ha reso possibile le dirette televisive cedendo la sua linea internet che vagava per la piazza di Arsita)