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Archivio Io Suono Italiano ?     archivio dal tango alla musica caraibica

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

13 de febreo 2009 va empiezando El Camino de la Musica

Los ultimos preparativos de la casa rodante junto con Livio Andreuzza (vease Team)y fiesta de despedida en la plaza de Treviso, mi ciudad.

 Despues de un año de trabajo, muchos momientos de dificuldade, pero sin nunca rendirse, el sueño empieza a realizarse.

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13th February 2009 The Cammino della Musica starts

The Camper final preparations with Livio Andreuzza (see Team) and drinks with friends in Burchiellati square in Treviso.

Finally, after more than a year of work and difficulties, but not giving up, the dream becomes true 

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La seconda edizione del progetto "Il Cammino della Musica" muoverà i suoi primi passi in territorio italiano il prossimo 13 febbraio.

Prima tappa: Spilimbergo (Friuli) con la musica friulana. Qui incontrerò i musicisti di musica tradizionale della zona riuniti per l'occasione all'enoteca "La Torre Orientale" per farmi ascoltare la vera musica friulana.

A breve il primo racconto di questa nuova edizione tutta da scoprire...

SI PARTE!!!

IL CAMMINO DELLA MUSICA 2 - IO SUONO ITALIANO???

 

(per conoscere la prima edizione "Dal Tango alla Musica Caraibica" cliccare sul logo sulla destra)

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Giovedì 5 febbraio 2009 ore 22.45

CICCO SIMONETTA MILANO

Via Cicco Simonetta, 16 (Milano zona Navigli)

LOCANDINA

VIDEO PRESENTAZIONE...SHOW

Sabato 31 gennaio 2009 ore 21.00

SPAZIO PARAGGI

Via Pescatori (Treviso Centro)

-

Sabato 17 gennaio 2009 ore 21.00

MUSEO DELLA MOTO

Via Quintavalle, 53 (Mignagola, Zona Industriale di Treviso)

Info: 347 5000798 visualizza la mappa - visualiazza le foto della serata

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Intervista telefonica su
RADIO MONTE CARLO
Mercoledì 12 Marzo alle ore 2.29 (del mattino) all'interno del programma
BUENAS NOCHES
ascoltala ON AIR
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Il Cammino della Musica è lieto di informare che è stato realizzato il DVD promo del progetto.
 
VIEW ALL VIDEOS / VIEW ALL PHOTOS 

Il video è della durata necessaria a far assaporare appena il gusto latino americano con l'intento di stimolare idee per ulteriori sviluppi del progetto. 

Vorrei portare questo DVD nelle scuole e nei teatri in modo da raccontare e far rivivere l'esperienza anche a chi non era in viaggio con me; far conoscere realtà sociali, musicali, interculturali, al pubblico e alle nuove generazioni e discutere su tematiche attuali.

VIDEO PRESENTACION...SHOW

Mira la recensiòn de "La Republica de Corrientes"

Hanno già aderito all’iniziativa: Istituto ENGIM Turazza (Treviso), Istituto Duca degli Abruzzi(Treviso), Liceo scientifico Leonardo da Vinci (Treviso), Circolo Spazio Paraggi (Treviso), Circolo Carichi Sospesi (Padova), Galleria d’arte (Conegliano, TV), Spazio 12 (Verona), Circolo Cicco Simonetta (Milano), Ritmi e Danze dal mondo (Treviso), Funzione Arte Neno Moretti (Treviso) Associazione trevisani nel Mondo sez. Valdobbiadene (Villa dei Cedri), Sala S. Bartolomeo (Montefalco, Umbria), Museo della Moto (Carbonera TV), Salon del Museo de Medios (Resistencia, Argentina), Escuela N. 1031 (Fontana, Argentina), Instituto Superior "Josefina Conte" (Corrientes, Argentina), Auditorium de la "Academia Dante Alighieri" (Monte Casero, Argentina), Redacion Radio La Tribu (BUENOS AIRES, Argentina).  

LEGGI LA PROPOSTA

Per ulteriori informazioni o la richiesta di tale video, contattatemi pure quando e come volete


IL CAMMINO DELLA MUSICA - SECONDA EDIZIONE !!

stessa modalità, stesso meccanismo, stessa filosofia, ma tutto capovolto!!

Un viaggio on the road in Italia, alla riscoperta delle tradizioni musicali italiane e all’incontro di quelle dei popoli qui immigrati

SCOPRI LA NUOVA IDEA

Carissimi amici camminanti, a febbraio si ricomincia a camminare.. per l'Italia... e in camper!!

SIAMO ALLA RICERCA DI SPONSOR PER QUESTA NUOVA IMPRESA !!! 

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Con la tappa di Caracas Il Cammino della Musica raggiunge la sua ultima meta e può finalmente dichiarare MISSIONE COMPIUTA!!
-
Il percorso che si è svolto in questi otto mesi dal Tango di Buenos Aires alla musica caraibica venezuelana si è concluso.
Qui sotto potrete visualizzare una breve relazione sul lavoro svolto e propositi e progetti futuri
E' già in cantiere la seconda edizione del progetto

Da  Caracas ho fatto ritorno alla bellissima Buenos Aires (questa volta prendendo però un aereo) per passare gli ultimi giorni che ho a disposizione nella città del tango e del mio cuore. Qui ho ritrovato gli amici della partenza, quelli di quando il progetto, e in qualche modo io stesso, eravamo ancora giovani: gli amici del CAVA (vedi post: Arrivato! ) che hanno  colto l'occasione per invitarmi il secondo giorno di  dicembre ad una grande festa nella sede de la Trevisana, il grande artista Taddeo Bruno e la moglie Ana che mi hanno ospitato ancora una volta nella loro abitazione, i primi musici che hanno donato le prime informazioni musicali al progetto "Las de Mandingas"(vedi post: Peña folklorica al Tigre  ), "Wayra" (Vedi post: Ritorno a Buenos Aires con show)  , quelli del Matadero (vedi  post: El Matadero ). Chissà come mi vedono ora dopo questa grande esperienza! Io sicuramente mi sento ben diverso da quando sono partito  e vedo in loro i primi eroi del progetto. Nella capitale sono successe però molte altre cose: ho incontrato  il Gruppo Alpino di  Buenos Aires, sono stato ospite a numerose emittenti radiofoniche, ho assistito e suonato ad altre peñas folkloricas, mentre  le giornate primaverili trascorrevano leggere e solleticate dall'aria frizzante e dall'atmosfera affascinante che solo Buenos Aires sa creare.

Così il cerchio si chiude, e con esso anche una grandiosa esperienza che porterò sempre nel mio cuore e nei miei ricordi. Facce, musiche, storie, esperienze, paesaggi, incontri, difficoltà e paure. L'atterraggio a Buenos Aires porta con sé tutto il bagaglio umano che ho accumulato in questi mesi di cammino. Ascolto le musiche che ho registrato e mi accorgo che ognuna di esse porta con sé una faccia e la sua storia, o la mia storia in quel momento. Vedo le foto scattate e i ricordi dilatano il fotogramma fino a trasuna specie di film. Leggo i post di questo blog e sento chiaramente il peso dei sentimenti di quelle parole, il mio stato d'animo e talvolta le mie incertezze e sorrido soddisfatto. Mi rendo conto di esser stato molto, molto, molto fortunato, di aver rischiato grosso di aver fatto un salto nel buio che per sorte si è rivelato essere un salto e basta. Mi rendo conto che a tenermi alto e a tenere alto il progetto sono state le stesse facce che ora ricordo rivedendo l'esperienza dalla fine. Il Cammino della Musica lo hanno fatto loro, i personaggi e i nomi che compaiono in questo blog ed in questa lunga storia; è per questo che il mio grazie spero arrivi a tutte queste persone che spontaneamente e senza chiedermi nulla in cambio, ma anzi ringraziandomi per quello che stavo facendo, hanno dedicato il loro tempo, la loro musica, le loro parole, la loro ospitalità, ad un italiano e al suo progetto.

         Fare una lista di tutti quelli che dovrei ringraziare sarebbe qui poco opportuno e occuperebbe troppo spazio. Spero che queste persone percepiscano la mia immateriale riconoscenza, e che siano consapevoli del fatto che non verranno mai dimenticate. Ringrazio il popolo latino americano; quello italiano in america latina; gli amici, i parenti e la mia famiglia, sostenitori dell'impresa e di me, con i loro pensieri da casa; i collaboratori che ci hanno creduto (all'inizio pochi, quindi soprattutto quelli); gli sponsor che hanno permesso di cominciare e finanziare il progetto (li trovate qui sulla destra) e chiunque in qualche modo o forma abbia partecipato alla realizzazione de "Il Cammino della Musica – Dal Tango alla Musica Caraibica".

Che il mio grazie arrivi a tutti questi cuori!


 

Qui sotto concludo mettendo un brano suonato dal primo gruppo che ha cominciato ad arricchire il blog e me, e che ho  reincontrato al ritorno a Buenos Aires: Las de Mandingas (vedi post: Peña folklorica al Tigre ) , 7 ragazze argentine che suonano  il folklore del loro paese. Il pezzo si intiola "En el funeral del rio" di Luis Rico, ed è una Saya andina, un genere afro-boliviano che si suona anche nelle Ande argentine.
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Fatto ritorno a Buenos Aires per trascorrere gli ultimi giorni prima di ritornare in patria, sono stato invitato dall'Associazione Trevisani nel mondo di Mar del Plata (a sud di Buenos Aires), ad assistere alla manifestazione del 4 novembre, anniversario della fine della guerra, giorno dell'unità nazionale e delle forze armate. Un'ottima occasione per festeggiare un importante evento e per conoscere le varie associazioni italiane di Mar del Plata. La giornata è cominciata con la celebrazione della messa nella bellissima Cattedrale della città marina argentina, seguita da un corteo al monumento ai caduti, adornato da bandiere italiane, argentine e stendardi di tutte le associazioni italiane, con tanto di banda che interpretava le note dell'inno nazionale italiano e argentino, il silenzio e varie marce. Devo dire che la partecipazione degli italiani a questo importante giorno è stata massiccia e molti sono stati i momenti di commozione, segno dell'importanza che riveste per i nostri emigrati il fatto di ricordare momenti storici e mantenere tradizioni che riguardano il nostro paese. La seconda parte della giornata si è consumata nella grande sede de "Las Tres Venecias" a sua volta sede del "Coro Alpino di Mar del Plata", dove in occasione del 53esimo anniversario dell'associazione si  è festeggiato imbastendo un grande pranzo che univa i diversi immigrati e discendenti veneti, trentini e friulani. Questa volta, a differenza delle feste (enogastronomiche) alle quali avevo partecipato in altre zone del latino america, dove il palato veniva stuzzicato a suon di polenta e soppressa, il menù era tipicamente argentino: un gustosissimo ed enorme asado infatti ardeva già da tempo in attesa del nostro arrivo. In breve tempo l'atmosfera si è trasformata in quella tipica delle sagre paesane delle mie parti, grazie probabilmente anche all'aiuto del buon vino servito, e per un momento mi sono veramente dimenticato di essere in America Latina. Le tavolate si sono lanciate in esibizioni canore tipiche di questi momenti. La mula de parenzo, La strada del bosco, La monferina, La colomba, e così via con i tipici e allegri canti veneti (sul collegamento n. 31 fatto con Radio Vita potrete ascoltare vari momenti della festa). Verso la fine del pranzo sono riuscito a intervistare il signor Alberto Minotto, classe …. emigrato qui in Argentina nel 1910. "Sono partito che avevo 23 anni e sono arrivato che ne avevo 24... ho compiuto gli anni in nave"; mi racconta di aver sempre lavorato e di esser scappato da una Italia desolata e povera. Il suo racconto è simile a quello di Anna Todesco Varian, la donna incontrata a Bento Goncalves, la città più veneta del Brasile (vedi post: Brasile?? Italia!! ).

Gli italiani di Mar del Plata mi hanno accolto calorosamente e ricoperto di domande riguardanti l'Italia e la sua salute.


Al termine del viaggio posso stabilire un bilancio riguardante la situazione dei nostri migranti nei vari paesi latino americani: in Argentina gli italiani che ho incontrato a Buenos Aires (vedi post: Arrivato e La vera origine del tango raccontata da un "tano" ), Rosario (vedi post: Liberazione a suon di musica) e Cordoba (vedi post: Vecchia canzone Veneta), mi hanno dato l'impressione di esser totalmente integrati nella dimensione argentina tanto forse da identificarsi maggiormente con essa (sto parlando comunque di terza e quarta generazione): l'impressione è quella che in Argentina sia avvenuta una specie di perdita di identità. Bisogna considerare il fatto che gli immigrati che arrivavano a Buenos Aires, venivano riversati in una megalopoli straniera assieme a turchi, polacchi, spagnoli, asiatici, argentini… e quindi un così forte choc culturale non può far a meno di causare in breve tempo un indebolimento del proprio "senso di appartenenza" ad un luogo.

In Venezuela, l'integrazione sociale delle ondate migratorie è stata più rapida e meno faticosa, (il carattere del venezuelano è estremamente aperto e ospitale), facendo così mancare quel senso di "nostalgia di casa" che solitamente crea gruppi culturali attivi ed uniti che lottano per creare un'opera di preservazione culturale.

In Brasile invece la situazione è a dir poco sorprendente: mantenimento del dialetto arcaico, massiccia organizzazione di cori e gruppi folklorici italiani, enogastronomia e addirittura paesaggi tipicamente italiani. Bisogna considerare che i primi immigrati che arrivarono in Brasile non avevano modo di integrarsi con nessuno... in quanto non c'era nessuno! Solo foresta e animali feroci (come mi raccontano le testimonianze che ho raccolto). Questa situazione ha fatto sì che in queste zone si creasse una specie di cassaforte della cultura italiana in quanto, non essendoci stata integrazione, gli usi, i costumi, i dialetti e le abitudini si sono cristallizzati e così sono rimasti protetti dalla naturale evoluzione del tempo. Questa riserva naturale di cultura italiana non può comunque sfuggire al tempo, ed è destinata come ogni cosa a scomparire. Proprio per questo meriterebbe di esser più sostenuta e valorizzata.


RINGRAZIAMENTI: Marcelo Carrara, ATM di Mar del Plata, Las Tres Venecias, Coro Alpino di Mar del Plata
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Chula, Samba de roda, Samba carioca: tre generi musicali che tanto si assomigliano e legano insieme il sapore ed il carattere di tutto il Brasile. Una musica che tutto il mondo apprezza, conosce ed invidia, che si esprime attraverso l´energia del ritmo sincopato, la saudade del canto e la sensualità del ballo. Una musica che affonda le sue radici nell´Africa nera e cresce il suo carattere in terra brasiliana con il canto degli schiavi.
A spasso per le bancherelle di Santo Amaro da Purificação, scopro con Roberto Mendes le origini del Samba in un paese che ha saputo trasformare la miseria in una cassaforte di ricchezza culturale e musicale. Roberto dice: "Santo Amaro da Purificação è una una famiglia, io penso che sia l´unico posto dove la miseria è stata generosa... perché abbiamo grandi canti e cibi gustosi. Chi potrebbe farne, di orecchie, pelle e piedi di porco, un piatto buonissimo se non la necessità? Solo la necessità può creare una cucina buona come quella del Reconcavo bahiano. Così nasce la fajoulada bahiana, inventata dagli schiavi che mescolavano tutto quello che i bianchi scartavano. Il cibo determina la cultura di un popolo ed il canto di questo popolo è la Chula".  ENGLISH VERSION - VERSIÓN EN ESPAÑOL

FONTI STORICHE: La Chula è considerata l'antenata del Samba tradizionale come tutti i generi brasiliani, è il risultato di un sincretismo di differenti culture musicali.
Nel XVI secolo i Portoghesi cominciarono a deportare nella cosiddetta Regione di Reconcavo Bahiano, che comprende solo poche città dello Stato di Bahia, tra le quali Santo Amaro da Purificação, i primi schiavi dall’Angola, fautori della cultura Bantu. Nel XVIII secolo fu la volta degli schiavi sudanesi della cultura Beni. La mistura di queste due culture africane, con quella portoghese ed in parte con quella indigena della zona, dette origine alla Chula Aldea Portoghese, che è un canto di lavoro usato nei campi di canna da zucchero e durante le feste che gli schiavi facevano dopo le dure ore di lavoro forzato. Una ricchezza musicale generata dalla povertà e dal lavoro di un popolo che aveva canto e ritmo nel sangue ed era capace di tradurre ogni movimento di lavoro in un ritmo, ogni lamento in un canto. Alcune fonti dicono che è la chula che poi ha originato il Samba Carioca, grazie alle migrazione dei neri bahiani a Rio de Janeiro nel secolo XIX.


LA CHULA: per Roberto Mendes la Chula è un "comportamento tradotto in canzone". Le parole trattano di amore e di natura, il ritmo è vivace e sincopato, il ballo è travolgente e sensuale ma nello stesso tempo elegante. Un giorno chiesi a Roberto come parole, ritmo e danza di questo genere possano essere così allegri, visto che sono il frutto di molte sofferenze, di ingiustizie e di una vita miserabile persa a lavorare per il padrone colonizzatore. Roberto mi rispose semplicemente, come se dovesse dirmi la cosa più ovvia al mondo: “Il Popolo africano è un Popolo che non rinuncia all’allegria e vive il sentimento di tristezza in una chiave differente rispetto ad altri popoli. La Chula si crea dalla necessità di cantare per il mantenimento di questa allegria”.

GLI SCHIAVI DURANTE LE FESTE CANTAVANO canzoni in omaggio a quelle donne che creavano, assieme agli strumentisti,  un cerchio, al centro del quale una alla volta si esibivano al ritmo di Samba. Da qui il termine Samba de Roda” che letteralmente significa Samba in cerchio”. Roberto mi dice che un tempo la Chula era ballata solo dalle donne, e la regola vuole che si danzi solo quando si suona, mentre quando si canta si accompagna il canto con il battito delle mani. Oggi sembra che non si badi più a tutti questi dettagli, e così, Chula e Samba de Roda, sono spesso associati in un’unica danza.

L'MP3 QUI SOTTO è UNA CHULA DO RECôNCAVO scritta da Roberto Mendes e suonata con il gruppo "Roberto Mendes & Coisa de Pele":  Roberto Mendes (violão), Arinaldo Nascimento (Rebolo), Sinho do Cavaco (cavaquinho), Dagmar Ferreira (repinique), Didhe Prado (pandeiro). Si intitola Linda Morena. Roberto Mendes è considerato come uno dei più stimati compositori e chitarristi brasiliani degli ultimi venti anni. È profondo conoscitore della tradizione musicale della sua terra natale. Robero è l´unico chitarrista brasiliano che usa una particolare e complicata tecnica per suonare la Chula do reconcavo e la Samba de roda. Ha scritto pezzi e collaborato con artisti molto conosciuti come Gal Costa, Caetano Veloso, Paulinho Boca. Viaggia costantemente per America ed Europa, ma sempre non vede l´ora di torare nella sua bella e semplice Santo Amaro da Purificação.

PIU' FOTO
ENGLISH VERSION - VERSIÓN EN ESPAÑOL

Ringraziamenti: Roberto Mendes, Roberto Mendes & Coisa de pele" Ana Paula Guedes 20070716
 
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IL SOGNO: Il titolo impronunciabile di questo articolo è il nome della prima comunità indigena che ho avuto la fortuna di visitare in Brasile. Questa esperienza  corona un sogno da tempo riposto in un cassetto: registrare in campo la musica di una tribù indigena. In Paraguay ero vicino a farlo, ma una serie di coincidenze sfortunate mi ha impedito di visitare una comunità Ayorea; poi arrivo a Santo Ãngelo in Brasile e, senza aspettarmelo, ecco un'opportunità servita su un piatto d'argento: Claudette, insegnante di storia dell'arte all'università di Santo Angelo, ha lavorato molto tempo con una comunità Guarani ed è un'esperta di questa cultura. "BOFF, Claudette. "A IMAGINÁRIA GUARANI: O ACERVO DO MUSEU DAS MISSÕES", Santo Ângelo (RS)-Brasil: Centro de Cultura Missioneira -CCM/URI, 2005" è il libro che ha scritto a riguardo. ENGLISH VERSION
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L'ACCETTAZIONE: avere accesso a questa comunità non é cosí semplice, bisogna essere "raccomandati" da qualcuno che é familiare alla sua gente. Gli indios ancora radicati in comunità distanti dalla città, sembrano per ragioni secondo me ovvie, diffidare dell'uomo bianco o meglio di un rappresentante di una società moderna e di una cultura che in passato si è imposta violentemente, obbligandoli ad una conversione forzata. Pare che l'opera di evangelizzazione continui ancora oggi: l'indio con il quale sarei dovuto andare a visitare la comunità Ayorea in Paraguay, mi ha informato del fatto che nel suo villaggio operano due missionari nord americani che hanno il compito di convertire, con metodi abbastanza infantili, le credenze ayoree al cattolicesimo. Non voglio però dilungarmi troppo su questo argomento, perché non ho avuto la possibilità di verificare o meno l'esistenza di questi missionari. Mi limiterò a raccontare la mia brevissima esperienza in questa comunità Guarani, augurandomi che non sia l'ultima, visto che ciò mi ha dato l'opportunità di rasentare solo la parte più superficiale di questa cultura così affascinante, la madre indigena della maggiorparte delle musiche che ho inserito in questo blog fin ora. Quello che racconteró saranno quindi solo le impressioni di un visitatore occasionale.
Ho saputo di molti etnomusicologi ed antropologi che per anni hanno studiato sul campo le tradizioni di questo popolo, ma ai quali non è mai stato permesso di partecipare ad un loro rituale religioso. Mi ritengo perciò fortunato per aver assistito ad una loro dimostrazione musicale programmata solo per me.
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LA COMUNITA' : è situata nel municipio di São Miguel a 50 Km più o meno da Santo Ãngelo. Raggiunto il centro del piccolo paesello, bisogna inoltrarsi per 40 Km all'interno della selva brasiliana. Tramite Claudette ottengo dall'università di Santo Ãngelo una macchina ed un accompagnatore, in cambio di una breve esibizione musicale. La proposta mi pare più che vantaggiosa e così accetto senza riserve.

STRANI ANEDDOTI: durante il viaggio Luis Octavio, lo storico che mi accompagna per l'occasione, mi racconta aneddoti curiosi e talvolta abbastanza sinistri sulle usanze di questa comunità. Quella che mi ha colpito di più è la credenza per cui, in caso di parto gemellare, debba avvenire il sacrificio di uno dei due neonati e più precisamente di quello che incorpora la parte malvagia dello spirito che si è diviso tra i due neonati... oggi il sacrificio non si fa più, ma il neonato sfortunato dovrà essere affidato ad altri.

L'INCONTRO: Claudette ha preparato delle borse con dentro abiti pesanti ed una scatola di carne da donare alla comunità come ringraziamento per accettarmi. Dopo kilometri di semistrada sterrata, arriviamo nel piccolo villaggio indios nel mezzo della natura brasiliana. Il paesaggio è sconfinato e suggestivo. I bambini sembrano essere spaventati dal nostro impulsivo arrivo con l’auto e corrono al riparo dentro le capanne costruite in paglia e fango. Erano belle e avevano l’aria di essere lì da molto tempo, vista la curva concava che creava la linea del tetto ceduto. Gli strumenti sono già pronti, accatastati sopra un Bongo. Tra questi, strumenti di origine europea come la chitarra ed il violino, ad indicare un sincretismo musicale tra le due culture. Scendiamo dall'auto e salutiamo. I bambini sono ancora nascosti nelle capanne, gli sguardi dei loro occhi neri spuntano da dietro le finestre o di traverso dallo stipite delle porte cercando di studiare lo straniero, poi escono timidamente dal rifugio e mostrano i loro sorrisi bianchissimi su un faccino tutto scuro e sporco. Arriva Floriano, il Cacique del villaggio, o meglio l´ex Cacique. Ora il "trono" è passato a Nicanor. Purtroppo Luis, non era a conoscenza di questo cambio e questo dettaglio ha procurato durante la visita una serie di malintesi che ci hanno costretto ad abbandonare la Comunità prematuramente. L´impressione che abbiamo avuto io e Luis, è stata che il nuovo capo, non sentendosi considerato come tale, abbia deciso di tagliare corto per farci andare via.

IL VILLAGGIO: è veramente fatto di poche cose.  Qui vivono in più di duecento, in agglomerati di casupole sparse su una vasta zona pianeggiante. A fianco di una capanna, un fuoco fatto con cinque tronchi incrociati è in ardente attesa della carne che abbiamo portato in segno di ringraziamento. Le capanne non hanno né bagno né acqua, per cui bisogna fare un po' di strada per incontrare un pozzo. Sono entrato in una capanna:  l’interno era povero, con amache e mille amuleti e pezzi di artigianato appesi al soffitto. Tra tutta questa "povertà" un dettaglio abbastanza sconvolgente: dietro una delle abitazioni è sistemata una grande antenna parabolica... un’autentica visione paradossale che sbriciola l'aspetto affascinante di questo villaggio, inoltre qualche abitante è provvisto di cellulare. Floriano chiama il gruppo e dice di accordare gli strumenti. Subito accorrono tutti i bambini della Comunità e si mettono in riga rivolti verso di me, che preparo emozionato i mezzi di registrazione.

LA MUSICA: La musica è sempre la stessa, cambiano solo le parole. I bambini fanno dei passi di danza che mi fanno sorridere. Cerco di imitarli, unendomi al movimento, ma distrattamente imito i passi della danza femminile e così tutti mi guardano imbarazzati e ridono. Ad ogni pezzo, Floriano mi spiega il significato della musica e delle parole, e le fa scrivere sul mio taccuino da un ragazzino che sa leggere e scrivere. Sebbene non sia più il Cacique, tutti lo rispettano e fanno quello che lui dice. Quando rivolgo delle domande a qualcuno, bisogna attendere l´autorizzazione del Cacique per poter rispondere; tra loro parlano in Guaraní
..


LA LIBERTA': Dopo l'esibizione, comincio ad entrare in confidenza con gli abitanti del villaggio, e i bambini mi si “appiccicano addosso” toccandomi da tutte le parti e scappando via ridendo quando cerco di comunicare con loro. Ci sono molte donne delle quali non riesco a decifrarne l'età perché hanno una fisionomia veramente particolare. Ci sono due mamme che allattano: una sembra avere poco più di 15 anni, ma potrebbe averne benissimo 35. Tutti sono molto incuriositi dalla mia presenza, mi regalano grandi sorrisi quando gli sguardi si incrociano; tranne una donna dagli occhi di un colore indefinito, con un'espressione di profonda tristezza che mi ha molto colpito.
Questa Comunità vive del bestiame che alleva nelle immense praterie circostanti e dell'artigianato i cui manufatti vengono prodotti con materiali naturali come resine, penne di uccelli e semi, per poi venderli nei mercati delle città vicine. Alcuni pezzi sono delle vere e proprie opere d'arte.
Vado un po' in giro con Floriano che mi fa vedere la scuola, l'ambulatorio, il porcile, gli animali allevati. Mi spiega che questa Comunità proviene dall'Argentina ed è seminomade. In determinati periodi dell'anno lascia il villaggio per tornare in Argentina oppure in Paraguay, dove ci sono altri parenti. Floriano conosce il portoghese e lo spagnolo e così io posso comunicare facilmente con lui. Floriano è una persona molto simpatica, disponibile ed aperta mentalmente. Mi dice che vorrebbe portare il suo gruppo musicale in Italia e che vorrebbe un microfono come quello che ho io. Mi ringrazia per esser andato a visitarli, perché per lui è importante che il mondo venga a conoscenza della loro cultura. Raggiunta la confidenza necessaria gli domando se mai potrebbe vivere in città. Mi risponde così: «No, io voglio essere libero; qui ho tutto il necessario per vivere: i miei animali, la mia casa, la mia terra, la mia Comunità. Sono felice così».


Il pezzo che metto qui sotto si intitola Kyringue i Joguerojae È una canzone della comunità guarani Tokoa Koenju. Gli strumenti utilizzati sono chitarra, violino, bongo, maracas. La chitarra ed il violino sono due strumenti europei, acquisiti dalla cultura Guarani durante il periodo dell'evangelizzazione gesuitica. La cultura Guarani vuole però che la chitarra abbia 5 corde anziché 6, ed il violino 3 corde anziché 4. Inoltre l'accordatura degli strumenti è molto diversa da quella tradizionale. La chitarra utilizza un'accordatura aperta, in modo che senza utilizzare la mano sinistra dia un accordo di tonalità minore e basterà poi farlo diventare maggiore, ponendo un dito nella prima corda sul primo tasto. L'accordatura più utilizzata è La, Mi, La2, Mi2, Do, ma non esiste un diapason specifico. Il violino imita il canto della voce prima e dopo la strofa, ed esegue un accompagnamento su due corde accordate con un intervallo di terza. Il ritmo è binario. Questo canto viene utilizzato in alcuni rituali religiosi. La danza, molto semplice, utilizza solo il movimento delle gambe e dei piedi. I movimenti dei maschi sono diversi da quelli della femmina. Non è una danza di coppia. (2007-06-11)

IL TESTO:
Kyringue i joguerojae o
yvy porã ka aguypora ndoguerekovei
ore rovy a iaguã ore rovy a iaguã

I bambini piangono insieme e si dispiacciono per la buona terra che non posseggono più, per la nostra felicità, per la nostra felicità...

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17/01/2016 @ 05:42:38
Di Andrea Gorgi ZU
Il veneto non è un d...
11/01/2016 @ 11:01:00
Di elena
hehe! ma quelle imma...
12/08/2015 @ 11:45:46
Di Zu
sicuramente un filma...
12/08/2015 @ 08:10:26
Di roby boscarin
Ciao Nicola, grazie ...
29/06/2015 @ 10:39:23
Di Zu
Conosco questa canzo...
28/06/2015 @ 23:51:31
Di Nicola Scarpel
DOCUMENTARIO BELLISS...
16/05/2015 @ 18:56:14
Di b
Caro Zu , anche con ...
18/03/2015 @ 19:35:58
Di Adelina, Gianni
bravi!che possiate c...
16/03/2015 @ 10:26:20
Di gianfranco micarelli -scultore-
Grande Andrea!Ho app...
03/03/2015 @ 19:15:11
Di Diego
C'è tanto dentro que...
26/02/2015 @ 17:24:41
Di Stefania D.
Emozione.....tanta ....
26/02/2015 @ 17:23:23
Di Alida
aggiungerei anche il...
26/02/2015 @ 17:20:54
Di Tatiana M.
anche Giuliano Prepa...
26/02/2015 @ 17:20:30
Di Otello S.
chissà cosa ne pense...
26/02/2015 @ 17:19:52
Di Paolo
Guardo le foto e leg...
07/02/2015 @ 06:50:44
Di Mrisa
grazie meraviglioso ...
01/02/2015 @ 10:42:12
Di Francesca G.
How wonderful that y...
31/01/2015 @ 19:35:57
Di Lorie H.
Il caos di Jaipur cr...
31/01/2015 @ 19:33:49
Di Lara F.
Bravi! fate sentire ...
29/01/2015 @ 19:30:15
Di Adelina, Gianni
Veramente bello!!! C...
29/01/2015 @ 17:28:07
Di Lara
Sempre con un po' di...
25/01/2015 @ 01:23:33
Di Valerio
CIAO SONO NICLA VIAR...
24/01/2015 @ 06:26:16
Di NICOLA
...GRANDE Federico.....
23/01/2015 @ 06:57:17
Di sandro brunello


28/03/2024 @ 10:03:50
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