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Il motivo della visita qui ad Auroville è Svaram, un laboratorio musicale animato da persone di differenti nazionalità che assieme operano per un nuovo concetto di musica.
Incontro Jure un giovane sloveno. Mi accompagna alla scoperta di Svaram. La prima sezione è un’ampia zona di laboratorio dove vengono assemblati gli strumenti. Andreas, un tedesco, sta realizzando uno strumento che attraverso dei magneti collocati su di una corda di metallo tesa su una tavola, emette un suono continuo che si auto modula seguendo la rosa degli armonici.
Entrando nella seconda sezione, l’attenzione viene inevitabilmente attratta da delle sculture in granito di differenti forme e dimensioni. Si tratta delle Sound Stones E’ sufficiente accarezzarle con le mani bagnate per farle emettere dei suoni ancestrali.
Saliamo al piano superiore dove vari strumenti progettati per emettere sonorità legate ai 5 elementi, circondano un lettino in legno. Jure mi invita a distendermi e a chiudere gli occhi. Nel suo fondo sono tese delle corde che emettono delle frequenze in risonanza con il mio corpo. Mi sento vibrare dalla testa ai piedi e per un istante ho come l’impressione di smaterializzarmi e diventare musica.
Jure mi accompagna da Aurelio, il direttore di Svaram che mi svela il significato dei questo nome: Suono, inteso come “Autoesplorazione”. I nostri strumenti offrono la possibilità di avere un rapporto profondo con il suono, non più ascoltato con le orecchie, ma sentito con il corpo. In accordo con il principio del Nada Brahma secondo il quale l’Universo è stato creato dall’energia del suono, è facile intuire che esso sia un aiuto essenziale per la salute dell’essere umano e probabilmente nel futuro sarà la nostra principale medicina. Come possiamo parlare di terzo occhio, potremmo allora parlare di “terzo orecchio”. E’ possibile che la sua sede sia nel nostro cuore?
Ringraziamenti: Aurelio, Jure, Fabianne, Elaine, Auroville's OutrachMedia, Joy Guest House, il direttore di Yoga Journal Guido Gabrielli
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Varanasi è una città stregata. Non me la sento di chiamarla magica perchè sarebbe troppo blando come termine. A Varanasi c'è di tutto, l'angelo ed il diavolo, il santo ed il demone. Tutto è racchiuso in una città che porta con sè il peso della sua storia antica. A Varanasi puoi avere gli incontri più improbabili, con dei personaggi che potresti incontrare solo nei sogni. E potresti vivere gli episodi più stravaganti della tua vita. A Varanasi c'è il Gange, o Ganga, come la chiamano qui, la Madre Divina, il Fiume Sacro, dove tutti gli indiani prima o poi nella loro vita vengono a offrire le loro preghiere o a bruciare i loro morti, gettando le ceneri nelle torbide acque. A Varanasi ci sono i Sadhu, uomini che hanno deciso di rinunciare a tutto, per raggiungere il Tutto, o meglio, l'Uno!
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Arrivati a Varanasi, siamo finiti in un hostel che proprio non ci piaceva. Abbiamo così fatto una veloce ricerca in internet ed è apparso un nome che ha attirato la nostra attenzione "Monu Music Guest House". Abbiamo concordato il prezzo per letelofono e ci siamo incamminati per raggiungerlo resistendo alle numerose offerte di procacciatori insidiosi e snervanti che cercavano di piazzarci in luoghi più economici. Non ho ben chiaro la ragione per cui io e federico non abbiamo accettato. Forse sentivamo che dovevamo andare lì. All'arrivo ad accoglierci, Shwetank Monu il gestore della Guest House. Dopo le prime formalità, mi ha chiesto di suonare il Disco Amonico (HandPan) che porto sempre con me. Lui è un suonatore di Tabla da 17 anni. Il risultato dell'improvvisazione sta in questo video.