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Reportage EMILIA ROMAGNA: Signore e signori... le mondine !
Di Admin (del 13/05/2009 @ 09:41:06, in reportage, linkato 7813 volte)
Dopo una pausa costretta per riparare i malanni del camper, la macchina ha affrontato degnamente il primo viaggio e mi auguro che regga ancora a lungo visto che la tappa finale è ancora distante; la Sicilia.
La ripartenza è stata ben inaugurata con un appuntamento speciale: le signore Mondine di Novi mi hanno invitato al pranzo del primo maggio in una meravigliosa casa nel mezzo della campagna di Novi di Modena (MO). Un’occasione veramente speciale e fortunata (per me) visto che la festa era organizzata per rimpiazzare un concerto saltato. Della serie “non tutti i mali vengono per nuocere”: il Cammino della Musica si è potuto così intrufolare nell’anima di questo gruppo di donne, piuttosto che osservarle soltanto in un'esibizione dal palco per un pubblico.
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Non faccio nemmeno in tempo a parcheggiare il camper che subito il primo piatto di tagliatelle al ragù mi viene servito su di una tavolata abbellita da garofani rossi e da almeno 50 persone, amiche all’istante. Tra una cantata e l’altra me ne sono andato alle undici di notte.
Il coro delle mondine di Novi è composto attualmente da circa 20 donne. Solo poche fra queste sono realmente state delle mondine o mondariso, donne che nel periodo estivo emigravano nelle pianure piemontesi per passare 40 giorni chine sulle gambe, immerse nel fango, a trapiantare il riso. Partivano col treno in più di duecento, provenienti da Modena, Ferrara e altre città emiliane (ma anche di altre regioni d’italia), ammassate in vagoni per bestiame per un’avventura che non avrebbe lasciato il segno solo nel loro fisico, ma anche nel loro percorso di donna di quell’epoca.

L’esperienza della monda, da un lato caricava una mondina di una grossa responsabilità, considerando che la paga che riusciva a racimolare (900 Lire e un chilo di riso al giorno nel ‘47) rappresentava una sussistenza non di poco conto per l’intera famiglia; Silva mi racconta che non potrà mai levarsi dalla mente la sofferenza che ha provato quando un telegramma recante la morte della sua cara nonna, le venne inviato direttamente nella risaia con la raccomandazione di continuare comunque a restare lì, in modo da portare a casa la campagna intera.

Dall’altro la monda permetteva alla mondina, molto giovane, di uscire dal nucleo familiare, in cui per la maggior parte delle volte era limitata o comunque non indipendente. Per molte mondine l’idea di andarsene di casa per un po’ e contribuire alle sorti della famiglia rappresentava una valorosa avventura densa talvolta di sognanti e puerili aspettative. Ma la vita della mondina (come ci spiegherà il video) non era di certo "mondana".

I canti delle mondine trasmettono la passione di donne che hanno vissuto condividendo una sofferenza. Ed è proprio la condivisione che rende le mondine un gruppo forte. Vederle cantare procura una intensa emozione perché si è in grado di percepire qualcosa che va oltre il ricordo di una situazione passata. Le espressioni delle mondine “originali” coincidono infatti con quelle delle mondine “acquisite”, donne che sicuramente non fanno la monda, ma che affrontano tenaci le risaie dei nostri giorni. Così il gruppo si allarga di donne, figlie di mondine, oppure di giovani fanciulle senza alcun legame di “sangue” con il riso. Come Margherita, giovanissima, accolta da pochi mesi nel gruppo, ma già preparatissima nei canti perché ha bisogno di cantare. E Giulia, sapiente direttrice ed energica trascinatrice del coro che ha la missione di comprendere, reinterpretare e trasmettere il significato di questa storia particolare che è la storia di questo gruppo.
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Lidia, che nel ’40 stava nei campi di riso, mi ha mostrato un’agenda dei concerti del coro che potrebbe fare invidia ad una rockstar. Molto spesso donne come lei affrontano viaggi anche molto lunghi per trasmettere a pubblici stranieri vibrazioni emozionanti fatti di passioni condivise e soprattutto attuali.
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Ringraziamenti: LE MONDINE TUTTE, Elena Parasiliti (direttrice Terre di Mezzo), che ha passato un giorno assieme al cammino della musica, Nicola Leonardis (foto n. 1 e 2)