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Archivio Io Suono Italiano ?     archivio dal tango alla musica caraibica

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Ecco a voi un documentario su questo progetto che ormai da 10 anni determina la mia vita, o meglio.. il mio Cammino. Dagli esordi de "Il Cammino della Musica", agli aneddoti, le decisioni, le indecisioni, gli imprevisti, i racconti di viaggio, gli incontri, lefacce di chi ho incontrato e le riflessioni di una vita in cammino.
Diretto dal regista Paolo Gandola, buona visione!

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Sarnath, Uttar Pradesh - story board n.10 viaggio in India

ARTICOLO PUBBLICATO IN "YOGA JOURNAL" NUMERO LUGLIO 2015
Il cancello che dà accesso all’edificio scolastico nel quale sto entrando, emette un fischio stridulo che risuona nell’ambiente circostante, avvolto in un silenzio ora interrotto da un sonante OM proveniente dal cortile poco distante. Mi avvicino. Centinaia di alunni in divisa azzurra sono seduti nella posizione del loto, perfettamente sistemati in lunghe file. All’improvviso e all’unisono si leva un coro, diretto da uno degli insegnanti della scuola. Sembra un esercito di pace.

I
nizia così la giornata di Alice Project, un progetto basato su filosofie indiane, ideato da due miei compaesani: i trevigiani Valentino Giacomin e Luigina de Biasi, che hanno voluto abbinare l’insegnamento delle materie tradizionali a pratiche come yoga, meditazione e visualizzazione, fornendo in questo modo all’alunno una formazione didattica e di conoscenza di sé stessi, in un’ottica di “risveglio del sé interiore”. Giorgia, una giovanissima volontaria, mi accompagna in questo viaggio all’interno di Alice Project.



Entriamo nell’aula di matematica. I ragazzi sono seduti con gli occhi chiusi. L’insegnante ha appena mostrato loro la tabellina del 5. Ora i ragazzi la stanno visualizzando nella loro mente. Questo metodo, oltre a facilitare l’apprendimento didattico, serve a far capire ai ragazzi che la realtà che c’è fuori è anche dentro sé stessi. Incontriamo altri alunni che si stanno dirigendo verso l’aula di yoga, “materia” che studiano e praticano ogni giorno. Nell’aula di inglese invece, attraverso una meditazione guidata, gli alunni fissano i concetti della lezione appena conclusa. Incontro nel suo ufficio Valentino. E’ un uomo speciale, con una mente illuminata. Dopo 20 anni di attività dice di sentirsi sulla giusta strada considerando l’altissimo livello di apprendimento degli alunni e la loro esemplare condotta.
 
V
ogliamo fornire ai nostri alunni una conoscenza profonda che va oltre la matematica e la geografia. Il nostro metodo parte dal concetto di Maya (illusione) attraverso il quale spieghiamo ai ragazzi che la percezione della realtà esterna è una proiezione mentale e che la verità va cercata dentro sé stessi. Il nostro metodo si differenzia dagli altri perché oltre all’aspetto razionale e logico, fornisce all’allievo la conoscenza della propria anima con il duplice obiettivo di prepararlo al mondo del lavoro, ma soprattutto, di renderlo felice!

Ringraziamenti: Valentino Giacomin, Giorgia Durigon, Luigina De Biasi, Bruna Brunello,
gli Alunni di Alice Project
 
 
 

Auroville, Tamil Nadu - story board n.9 viaggio in India

ARTICOLO PUBBLICATO IN "YOGA JOURNAL" NUMERO APRILE 2015
La moto sfreccia lasciandosi alle spalle una scia di polvere rossa sollevata dalla strada che mi porta alla prossima tappa del viaggio. Auroville (Tamil Nadu, INDIA) la famosa città universale, dove individui provenienti da tutto il mondo, vivono in armonia nel rispetto della persona e dell’ambiente.

Il motivo della visita qui ad Auroville è Svaram, un laboratorio musicale animato da persone di differenti nazionalità che assieme operano per un nuovo concetto di musica.

Incontro Jure un giovane sloveno. Mi accompagna alla scoperta di Svaram. La prima sezione è un’ampia zona di laboratorio dove vengono assemblati gli strumenti. Andreas, un tedesco, sta realizzando uno strumento che attraverso dei magneti collocati su di una corda di metallo tesa su una tavola, emette un suono continuo che si auto modula seguendo la rosa degli armonici.

Entrando nella seconda sezione, l’attenzione viene inevitabilmente attratta da delle sculture in granito di differenti forme e dimensioni. Si tratta delle Sound Stones E’ sufficiente accarezzarle con le mani bagnate per farle emettere dei suoni ancestrali.


Saliamo al piano superiore dove vari strumenti progettati per emettere sonorità legate ai 5 elementi, circondano un lettino in legno. Jure mi invita a distendermi e a chiudere gli occhi. Nel suo fondo sono tese delle corde che emettono delle frequenze in risonanza con il mio corpo. Mi sento vibrare dalla testa ai piedi e per un istante ho come l’impressione di smaterializzarmi e diventare musica.

Jure mi accompagna da Aurelio, il direttore di Svaram che mi svela il significato dei questo nome: Suono, inteso come “Autoesplorazione”. I nostri strumenti offrono la possibilità di avere un rapporto profondo con il suono, non più ascoltato con le orecchie, ma sentito con il corpo. In accordo con il principio del Nada Brahma secondo il quale l’Universo è stato creato dall’energia del suono, è facile intuire che esso sia un aiuto essenziale per la salute dell’essere umano e probabilmente nel futuro sarà la nostra principale medicina. Come possiamo parlare di terzo occhio, potremmo allora parlare di “terzo orecchio”. E’ possibile che la sua sede sia nel nostro cuore?

Ringraziamenti: Aurelio, Jure, Fabianne, Elaine, Auroville's OutrachMedia, Joy Guest House, il direttore di Yoga Journal Guido Gabrielli


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Varanasi, Uttar Pradesh - story board n.8 viaggio in India    

ARTICOLO PUBBLICATO IN "YOGA JOURNAL" NUMERO MAGGIO 2015. I remi della barca in legno che lentamente avanza verso il centro del fiume, scricchiolano ad un ritmo costante che si alterna al rumore dell’acqua smossa dagli stessi remi. È l’alba e a Varanasi (Uttar Pradesh, India) c’è una fitta nebbia che circonda la piccola imbarcazione. I suoni di sottofondo sono quelli lontani di un canto di donna, sostenuti dal ritmo ipnotico di tabla indiane. Atmosfera surreale!
ENGLISH VERSION

Ai remi, un anziano barcaiolo con la pelle del viso scura, vestito di bianco. Anche le unghie delle sue mani sono straordinariamente bianche. Ha una faccia buona, rassicurante. Si sta dirigendo lì dove le acque del Gange dovrebbero essere più pulite.
Pura utopia. Il sacro fiume è tra i più inquinati al mondo. La superficie delle sue acque è oleosa e qua e là appaiono ampie macchie bianche e spumose che si allungano seguendo il flusso della gentile corrente; poco distante, un grande canale fognario mescola le sue acque impure con quelle sacre del Gange.
Nonostante questa condizione, gli indiani ancora oggi, continuano ad immergersi in quella che chiamano “La Madre Divina” il simbolo per antonomasia di tutta l’India. Alcuni, come il barcaiolo, se ne dissetano pure! Le sue acque sono da millenni la “custodia liquida” delle preghiere, dei canti e dei mantra che il popolo indiano ogni giorno riversa in esse.
Per alcune persone è difficile da accettare, ma l'acqua ha una memoria e ci sente benissimo! E' riuscito a provarlo un uomo che ci ha recentemente lasciati: Masaru Emoto. Il noto studioso giapponese ha fotografato i cristalli ottenuti dal congelamento di acqua, scoprendo che questi assumono forme e aspetti differenti in base all'informazione/vibrazione che ricevono. I cristalli amorfi di un’acqua inquinata se sottoposti alla vibrazione della parola “Gratitudine” assumono una forma omogenea, perfetta, simile ad un mandala. Gli stessi risultati si otterrebbero attraverso altre vibrazioni come le forme, i pensieri e ovviamente la musica. (Per approfondire, consiglio la visione di questo filmato).

La barca s’incaglia, il barcaiolo probabilmente ha perso l’orientamento a causa della fitta nebbia. L’attesa mi rende impaziente. Fa freddo. Mi tolgo i vestiti. Lancio al Gange la mia intenzione, il mio pensiero, la mia preghiera e.. mi immergo.
L’acqua è tiepida, il fondo melmoso. Percepisco che sto facendo un’azione importante, potente. Il barcaiolo mi guarda con un sorriso di approvazione. Una strana euforia che scuote l’anima mi dona una scarica di energia. Risalgo in barca, estraggo il Disco Armonico che mi porto appresso in questo viaggio, e ringrazio attraverso la vibrazione del suono, il Sacro Fiume ed il Paese che mi ospita. Grazie India.

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Varanasi, Uttar Pradesh - story board n.7 viaggio in India

  Varanasi è una città stregata. Non me la sento di chiamarla magica perchè sarebbe troppo blando come termine. A Varanasi c'è di tutto, l'angelo ed il diavolo, il santo ed il demone. Tutto è racchiuso in una città che porta con sè il peso della sua storia antica. A Varanasi puoi avere gli incontri più improbabili, con dei personaggi che potresti incontrare solo nei sogni. E potresti vivere gli episodi più stravaganti della tua vita. A Varanasi c'è il Gange, o Ganga, come la chiamano qui, la Madre Divina, il Fiume Sacro, dove tutti gli indiani prima o poi nella loro vita vengono a offrire le loro preghiere o a bruciare i loro morti, gettando le ceneri nelle torbide acque. A Varanasi ci sono i Sadhu, uomini che hanno deciso di rinunciare a tutto, per raggiungere il Tutto, o meglio, l'Uno!

 

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Varanasi, Uttar Pradesh - story board n.6 viaggio in India

Arrivati a Varanasi, siamo finiti in un hostel che proprio non ci piaceva. Abbiamo così fatto una veloce ricerca in internet ed è apparso un nome che ha attirato la nostra attenzione "Monu Music Guest House". Abbiamo concordato il prezzo per letelofono e ci siamo incamminati per raggiungerlo resistendo alle numerose offerte di procacciatori insidiosi e snervanti che cercavano di piazzarci in luoghi più economici. Non ho ben chiaro la ragione per cui io e federico non abbiamo accettato. Forse sentivamo che dovevamo andare lì. All'arrivo ad accoglierci, Shwetank Monu il gestore della Guest House. Dopo le prime formalità, mi ha chiesto di suonare il Disco Amonico (HandPan) che porto sempre con me. Lui è un suonatore di Tabla da 17 anni. Il risultato dell'improvvisazione sta in questo video.

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Amber, Rajasthan - story board n.5 viaggio in India

Ecco l'ultimo videoreportage della sezione dedicata al Rajasthan (India). Siamo in visita a Amber Fort, un palazzo reale di straordinaria bellezza costruito in arenaria giallina e rosa e marmo bianco. Questo luogo così suggestivo è l'occasione giusta per incontrare i musicisti di Ravanhatta (un particolare violino) che ogni giorno suonano per i turisti, vestendo i loro tipici abiti tradizionali. Oltre a questi ci sono due incantatori di serpenti; arte che avevamo già conosciuto con il reportage precedente (vedi "Il segreto dell'Incantatore di serpenti").

E' l'occasione giusta anche per sperimentare l'effetto del Disco Armonico (HandPan) che mi porto appresso in questo viaggio. La scelta di portare questo strumento, piuttosto ingombrante e pesante, in un viaggio come questo è stata azzeccata. Il suo effetto nel popolo indiano è veramente potente (vedi video). Ma il suo effetto va oltre l'esibizione. E' uno strumento eccellente per entrare in contatto con i musicisti indiani. Senza di esso, l'avvicinamento con i musicisti locali sarebbe molto astruso, a causa dell'enorme differenza culturale e delle difficoltà legate alla comunicazione linguistica. I musicisti indiani che abbiamo incontrato finora sono piuttosto timidi e non molto propensi all'apertura con stranieri occidentali, che generalemte li violenatano con i loro occhi elettronici. Il Disco Armonico rappresenta così, l'allineamento, il riequilibrio tra Essere Umani provenienti da due mondi differenti che si incontrano in una comune passione. Grazie Disco Armonico, grazie India.

 

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Amer, Rajasthan - story board n.4 viaggio in India

E' stato come entrare in una dimensione parallela, incantata.
Dal trambusto assordante del piccolo paesino di Amer, (Jaipur) alla pace assoluta del Tempio dedicato a Shiva che Federico ha scorto alzando lo sguardo al cielo e portando l'attenzione sulle tre cupole decorate del tempio che spuntavano poco distante da noi.

Nessuno, se non l'enigmatica vecchina che è apparsa alla nostra entrata.
Minuta, vestita di un sari giallo ed una coperta grigia che le avvolgeva testa e spalle; la pelle scura e stropicciata dalle rughe, due occhi penetranti. Ci accoglie con delle parole che a noi sembrano rassicuranti. In realtà non capiamo una parola di quello che dice. Spalanca la porta in legno massiccio intarsiato della corte interna del tempio e ci fa segno d'entrare. Lo facciamo in silenzio reverenziale. Ci sentiamo degli eletti. All'interno il buio è spezzato da poche candele e dallo splendore del sacro basamento sul quale regna la figura di Shiva e di altre divinità.

La bellezza del tempio, la cura nei dettagli e l'intensità di quel momento sono tali che io e Federico rimaniamo letteralmente incantati,
in sublime adorazione. La vecchina, che fa parte dell'incanto, continua a parlarci nel suo idioma. Noi cerchiamo di interpretare le sue parole, ma ne usciamo con goffi risultati. A tratti sembra anche sgridarci, per non capire, ma il suo cuore è buono. Usciamo all'esterno e la luce ci acceca, la vecchina sembra volerci salutare, ma.. vogliamo stare lì ancora un  po', magari a suonare.

Mostro così l'astuccio del Disco Armonico (HandPan) alla vecchina. La sua espressione, sebbene curiosa non trapela stupore. Percepisco che mi stia chiedendo di cosa si tratta. Estraggo lo strumento e suono due note. Uno stormo di uccelli si leva in volo e mescola la sua voce a quella del Disco. La curiosità della vecchina si trasforma in azione. Tocca lo strumento e prova a suonarlo. Sorride. Poggia le spalle su una colonna e ascolta. Una musica per Shiva sigillerà per sempre quel momento. Grazie India.  


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Jaipur, Rajasthan - story board n.3 viaggio in India

Continua la nostra avventura a Jaipur. A condurci è ancora l'amico fidato Rajesh Soni, che ci guida nella nostra ricerca. All'improvviso tra il caotico traffico di Jaipur, le orecchie di Rajesh percepiscono dei suoni provenienti da un tempio di Krishna, una delle principali divinità induiste.
Imbocchiamo una scorciatoia e dal rumore assordante della strada arriviamo in un luogo che offre una quiete irreale. Dal suo interno provengono i poderosi suoni di uno che a me e Federico appare come un evento importante. Si tratta del festeggiamento di un compleanno, in una forma religiosa.

Grazie a Rajesh veniamo accolti bene, un signore ci mette al collo una corona di fiori e con un dito ci tinge la fronte con un puntino giallo. E' il colore della divinità. All'interno del tempio un centinaio di persone, in abiti tradizionali e coloratissimi, sedute e rivolte verso Krishna, celebrano quello che sembra una via di mezzo tra una festa pagana e un rituale religioso. Al centro del gruppo, tre donne danzano in onore al divino, una danza che sembra essere guidata da uno stato di trance.
L'energia si percepisce in modo chiaro e potente. E' una bellissima energia che riempie i cuori di gioia. La musica sembra non finire mai. Il tamburo incalza facendo muovere i corpi delle donne in modo vorticoso per poi esplodere in uno stato di mistica beatitudine che poco a poco rallenta come a voler riportare le anime in terra.


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Jaipur, Rajasthan - story board n.2 viaggio in India

Rajesh Soni è una guida turistica che, grazie al contatto che ci ospita in questi giorni qui a Jaipur, si è offerto in forma amichevole di accompagnarci nella nostra missione di ricerca.

Sono bastate due ore e mezza di passeggiata per il centro per rendersi conto che qui in India quello che cerchi è sempre dietro l'angolo, mimetizzato tra un brulicare di persone, cose, animali ed eventi di ogni tipo.

Abbiamo incontrato Harji Nath Sapera un incantatore di serpenti. Lui come tutti gli altri incantatori fa parte della casta Kalbelia e il nostro amico Rajesh ci svela in questo video tutti i segreti di questo mestiere.

Finora non è stato del tutto facile entrare in confidenza con i musicisti che abbiamo incontrato; l'ostacolo dell'idioma e la profonda differenza culturale fanno sorgere un po' di soggezione da ambo le parti.

Un modo efficace per aprire un canale di comunicazione è il Disco Armonico (HandPan) che mi porto sempre alle spalle. Avete mai visto un incantatore di serpenti suonare un HandPan?
   

GUARDA LE FOTO

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