Tra Oberkrainer e organetto
La prima tappa del cammino è Spilimbergo (Friuli) con la musica friulana. (Spilimberc in friulano, conta 12.000 di abitanti ed è situata sulla sponda destra del Tagliamento). Ad attendermi c'è Andrea del Favero, grande polistrumentista integrante del gruppo "La Sedon Salvadie", pionieri del
folk revival regionale e direttore artistico di Folkest, uno dei più rinomati festival internazionali di musica folk. Oltre a tutte queste doti culturali Andrea ne ha una che in questo momento mi fa molto comodo: è camperista! Questo dettaglio mi procura molta tranquillità e sicurezza, considerando il fatto che ho messo per la prima volta le mie mani inesperte sul volante di un camper solo il giorno prima della partenza... altra grande coincidenza, vicinissimo al centro di Spilimbergo c’è un’area di sosta attrezzata che mi fornisce corrente per scrivere questo articolo.
Arrivo a Spilimbergo che è da poco buio, parcheggio il camper in piazza contro ogni regola e in breve tempo Andrea mi raggiunge. Lui ha il bel vizio di radunare ogni tanto i suoi talentuosi amici musici all'enoteca "La Torre Orientale" in centro a Spilimbergo, per passare una nottata suonandosi addosso. E questa volta parteciperà anche “Il Cammino della Musica”.
Il locale è ancora vuoto, ne approfittiamo per assaporare le prelibatezze culinarie del posto. A tratti arrivano musicisti di ogni età e provenienti da differenti parti del Friuli e dell’Istria; si uniscono al nostro tavolo. Parte una serie di barzellette in friulano che capisco per metà o per niente. Ho fatto solo 120 Km e già non capisco nulla. È fantastico, mi sento già distante da casa, in viaggio.
Quando la dose di musicisti raggiunge il livello adeguato, ci spostiamo in taverna ed ha inizio con una immediatezza che ha dell’incredibile la musica.
Si andrà avanti fino a notte tarda, in questa atmosfera d’altri tempi e d’altri mondi musicali. Qualcuno potrebbe avvertire sentori di contaminazioni, o osservare strumenti “infiltrati” che poco c'entrano con la tradizione musicale friulana, ma questa notte se ne sono sentite di t
utti i colori, anche pizziche salentine e canzoni d’autore. Tra tutti questi colori, c’è però molto di tradizione friulana, i testi delle canzoni e le melodie partono da qui, poi quello che viene fuori e che si crea è il frutto di interpretazioni personali condivise, accettate e a sua volta interpretate. Questa notte nessuno si esibisce, non c’è un pubblico, non ci sono musicisti, ma musicanti, non ci sono generi e categorie. In osteria tutti suonano per tutti, compresi se stessi. Gli strumenti vengono trattati come oggetti di scambio e passano di mano in mano. Anche io, stanco di riprendere, passo da una chitarra ad un darbuka (percussione egiziana).
Un signore dai capelli bianchi mi afferra per il braccio , si tratta di Angelico Piva, lider dei "Bintars", uno dei gruppi da ballo tipo oberkrainer primigeni in Friuli. Chiama altri due musicisti di fisarmonica e chitarra e mi fa cenno di seguirlo in un’altra stanza per farmi ascoltare quello che lui considera essere la vera musica tradizionale friulana. Purtroppo i suoni cozzano tra loro da una stanza all’altra, ma intanto lui mi mette una pulce nell’orecchio e nei giorni a seguire avrò modo di ascoltare anche la vecchia scuola.
CONTINUA...
Note: Il termine “Oberkrainer” letteralmente significa “Sopra Kranj” che è una città della ex Jugoslavia. Inizialmente era un genere musicale suonato da quella città in su. Poi nel secondo dopoguerra soprattutto il musicista Slavko Avsenik lo ha diffuso anche in altre zone tra le quali il nord Italia facendolo diventare un fenomeno “di mercato” consolidando la formazione di fisarmonica, chitarra, tromba, clarinetto e trombone basso. In Friuli, pur essendo farcito di melodie facenti parte del repertorio tradizionale, non può essere considerato del tutto un repertorio della tradizione autentica.
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