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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Il Cammino Della Musica

ha ottenuto un PATROCINIO dal

"GOBIERNO DEL ESTADO BOLIVAR DE VENEZUELA"

A causa di un clamoroso ritardo nella tabella di marcia e delle precarie disponibilità finanziarie rimastemi, sarei stato costretto a tornare in patria in breve tempo, avendo solo assaggiato il sapore venezuelano. Questo aiuto mi permetterà di visitare più a lungo il Venezuela, per conoscere e divulgare l`inaspettata ricchezza musicale di questo affascinante paese latinoamericano.


Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aiutato a raggiungere questo nuovo traguardo ed in particolar modo: la "Gobernaciòn del estado Bolivar" el Governador General Francisco Rajel Gomez, La Secreteria privada: Lilibeth Gomez e Irma Hernandez. Damelis Castillo e Alfredo. Delys Garcia. Cristina Rodriguez e tutto lo staff. Larrys Salinas. Fabio Annarelli e Anamaria Mendoza.
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22-10-2007
Il cammino della musica prosegue per Merida, bellissima città coloniale capoluogo dell`omonimo stato venezuelano situato all'inizio (o alla fine) della Cordigliera Andina. Paesaggi e fisionomia delle persone sono totalmente differenti da tutto ciò che ho visto e visitato fin'ora. Tra le vette di queste montagne imponenti si trovano bellissimi quanto improbabili paesini arrocati sulle rocce, dove il folclore e la musica tradizionale sono ancora molto forti.
In questa Regione sono venuto alla ricerca più che dalla sua musica dello strumento che più lo identifica: il violino. Insieme ad arpa, cuatro, maracas, bandolina, rayo, bumbac, il violino completa la panoramica degli strumenti più rappresentativi del Venezuela. Nonostante l`importanza di questo strumento in questa zona, trovarne uno non è stato poi così facile. A Merida, per una serie di sfortunate coincidenze, non ho avuto modo di incontrare i pochi contatti che avevo. Ho dovuto così muovermi alla ricerca dello strumento in altri paesini distanti dalla città (non che mi sia dispiaciuto farlo). La ricerca quindi comincia nel pueblito di Tabai, a una ora da Merida: il piccolo e grazioso paesino ha in programma per la sera un concerto campesino al quale mi ha invitato ad assistere l`assessore alla cultura di Tabai, Hector Arianna. "Suoneranno tre gruppi locali, con violino ovviamente". Arrivo così a Tabai nel mezzo di un caldo pomeriggio. Nella piazza Simon Bolivar (tutte le città del venezuela hanno una piazza così chiamata) la voce di uno degli organizzatori avverte interminabilmente, con un megafono, gli abitanti del piccolo pueblito dell`avvenimento della serata, ed invita tutti a parteciparvi. Chiedo a Hector per quale motivo sia necessario reiterare così tanto tale avviso, considerate le minuscole dimensioni del pueblito, ed il fatto che le locandine sono appese dappertutto. "I campesini  sono molto timidi e riservati ed è difficile raggrupparli per assistere ad un concerto... se non facciamo così va a finire che si sparpagliano tutti nella piazza e lasciano i posti preparati davanti al palco vuoti". Il concerto dovrebbe cominciare alle sette, ma a quell`ora nessun gruppo si è ancora presentato. "È normale!" mi avverte Hector "I musici campesini, non si considerano dei veri musici. Lo fanno così per passatempo, e per loro suonare in un concerto non è un avvenimento tanto importante, e così venire o no è la stessa cosa... Una volta ho organizzato un concerto al quale dovevano partecipare sette gruppi; alla fine hanno suonato tutti, ma sono arrivati in extremis". Questa volta però le cose andranno diversamente: di tre gruppi se ne presenterà uno solo e.. senza violino. Hector non sembra per nulla preoccupato, si limita solo a fare una smorfia di leggera rassegnazione. Il gruppo arrivato è "Los Azabaches" (Azabache è un amuleto che viene dato ai bambini per difenderli dal malocchio); in due minuti montano gli strumenti e sono pronti per suonare. Manca però el maraquero, che è in ritardo. Hector chiede loro di cominciare ugualmente perchè il pubblico comincia a spazientirsi. Comincia così il concerto con la formazione incompleta, il maraquero arriverà poco dopo e si introdurrà nel suono con aria totalemente indifferente. Non hanno il violino, ma suonano la musica tipica di queste parti: il Merengue Campesino (ascolta il collegamento con Radio Vita alla Puntata N. 28) con due chitarre, cuatro, charranga e maracas. La partecipazione del pubblico è entusiasmante. Tutti ballano, cantano ed esultano in una atmosfera di vera festa paesana. Mi chiedo dove sia nascosta la timidezza di cui mi parlava Hector. Alle dieci il gruppo finisce di suonare, ma la folla esulta e pretende i bis.
La ricerca continua per un altro paesino improbabile del Estado di Merida, chiamato Chiguarà, dove è previsto un grande concerto in occasione della "Feira de los sueños" (festa dei sogni). Si esibiranno gruppi locali ed internazionali. Nel giorno che segue il concerto, incontro uno dei gruppi campesini, però anche in questo caso il violinista è misteriosamente scomparso. Poco male, conosco Elio, chiamato El Grillo, campesino, compositore e coplero che con il suo gruppo mi suona un paio di Merengue venezuelani e guarachas (genere colombiano). Poi una magnifica canzone campesina che è possibile ascoltare alla 28ª puntata di radio Vita.
 
Il  terzo tentativo è a San Raffael del Paramo de Mucuchie, paesino andino situato a 3142 metri sopra il livello del mare, la città più alta del Venezuela, un posto incantevole. L`aria è fresca e rarefatta, il paesaggio incantato e il popolo ha carnaggione olivastra e nasi grandi. Il nome "Mucuchie" deriva dall`etnia indigena che abitava la zona del fiume Chama. Incontro il "Grupo Folklorico San Rafael del Pàramo" che mi accoglie con gentilissima riverenza nella bella sede del gruppo: una casina in legno e mattoni con muri spessi più di mezzo metro, tipica di un paesaggio montano. Sulle pareti sono appesi tutti gli strumenti venezuelani e finalmente... il violino!!Il gruppo composto da Isaac Milano Ramirez (violino), Manuel Torres Castillo (cuatro), Johandry Lacruz Moreno (chitarra), Antony Castillo Santiago (maracas, tambor) Edwin Montilva Sulbaran (direttore), indossa abiti d'epoca, "I vestiti di quando i nostri nonni andavano alla chiesa la domenica". Passiamo tutta la serata insieme. Mi spiegano a suon di musica i ritmi delle canzoni folkloriche di San Rafael, il più delle volte utilizzate per celebrare festività e santi cristiani.
 

 


La canzone nel video qui sopra è intitolata "El Tropezon" e si tratta di un Joropo Andino che viene suonato in occasione de "La vuelta del Gallo" una danza e una festa tradizionale pagana del Estado Merida che imita il corteggiamento del gallo. Il Joropo Andino differisce da quello Llanero (vedi post: Il grido della musica) in quanto sostituisce l`arpa con il violino. Il genere arriva dalla zona llanera alla zona andina, grazie agli scambi commerciali del passato tra lo stato di Merida e il confinante Barina (vedi mappa Venezuela ). 
L`MP3 qui sotto è un Merengue Venezuelano intitolato "Baile de la Reina", interpretato dal Gruppo Folklorico San Rafael del Paramo. Questo pezzo è comunemente suonato in occasione di una festa che celebra San Benedetto del Moro, il Santo a noi familiare, protettore degli schiavi. Tra tutte le feste, questa è la più importante e con la quale si esprime meglio l`anima musicale di San Rafael. È chiamata "Los giros de San Benito de Palermo", cade la seconda domenica di gennaio con processioni musicali per tutto il paesino. Viaggiando per il Latino America, molte volte ho incontrato generi e manifestazioni musicali associate al culto di San Benedetto, per il quale molti fedeli fanno una "promessa al Santo", che viene pagata con una festa (vedi ad esempio post Bumba meu boi). Presenta: Isaac Milano Ramirez. 

Il Merengue è un genere originario Della Repubblica Dominicana, nato intorno alla metà del XIX sec. dal risultato dell`influenza della cultura spagnola con quella afroamericana. È però molto difuso in tutto il Centro America e in Venezuela, Colombia, Ecuador, Panama. In Venezuela questo genere assume inoltre sfumature differenti in base alla zona dove viene suonato. All`isola Margarita per esempio viene suonato con un ritmo di 5/8 e con bandolina, cuatro, maracas, tambor. Qui a Merida ho trovato un Merengue suonato in 3/8 con due chitarre, guiro, cuatro, maracas, tambor. Il Merengue cosiddetto "Campesino" deriva dalla musica dell`alta società, riadattata dai campesini con strumenti, linguaggi, testi e cultura regionale propri. All`interno dello stesso Paese quindi possono esistere differenti tipi di Merengue. Solitamente, quando un genere subisce una trasformazione tale da fargli cambiare cellula ritmica, dovrebbe cambiare anche il nome. Il termine Merengue, quindi, in Latino America indica, più che un genere musicale, un'identità nazionale.


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15-10-2007
Guarico, il cuore del Venezuela, regione delle vaste pianure venezuelane e delle lievi montagne preandine. Questa zona, qui chiamata “Llano”, ha una musica propria che declama con la sua semplice spontaneità le bellezze e le caratteristiche di una naturale vita rurale.
La tappa rappresenta per me un appuntamento atteso fin dal primo giorno del mio ingresso in terra venezuelana, quando l´attenzione venne attirata da un grido allegro e prolungato che risuonava energico tra le casse dallo stereo di un negozio di musica: era il grido della Musica llanera.
Mi trovo a San Juan de los Morros, capitale del Guarico e piccola città caratterizzata da curiose formazioni montuose che la circondano: Los Morros, per l´appunto.
Ad attendermi qui c´è Hector Araguaynamo, Direttore dell´Orquestra Filarmonica de Guarico, che mi accompagna alla Casa de la cultura de San Juan de los Morros, dove incontro il direttore Jesus Toledo. Tutto è già pronto per il mio arrivo: i musici mi stanno aspettando in una bella stanza della scuola armati di arpa, cuatro, maracas e.. polmoni. I primi tre strumenti rappresentano lo “stereótrio” della cultura musicale venezuelana: arpa, cuatro e maracas.
L´arpa la avevo già ascoltata in Paraguay (vedi post: Parentesi paraguaya). Tuttavia in questa zona lo strumento presenta delle caratteristiche differenti. L`arpa llanera, rispetto a quella paraguaya, ha dimensioni più piccole e 32 corde in nailon. L’energia dell´esecuzione però è la stessa.
 
La Musica Llanera si identifica con el Joropo. Jesus mi spiega però che el Joropo non è solo un genere musicale, ma è molto di più: “El Joropo è una festa campesina, è un modo di essere, è l´essenza del Llano” possiamo quindi dire che siamo in presenza più che di un genere, di una filosofia musicale. Anticamente infatti il termine “Joropo” era stato usato dai campesini venezuelani in sostituzione del termine spagnolo “Fandango”, che indicava proprio una festa o una riunione sociale. Come in tutte le musiche e le feste popolari, il ballo è d´obbligo, e quello del Joropo è veramente particolare.

Enrique Cuenca è un coplero (cosí vengono chiamati gli interpreti della Musica Llanera) di San Juan. Nominato “Talento vivo de Venezuela” è vincitore di numerosi concorsi musicali, e tra parranda y trabajo (festa e lavoro), se la passa cantando dall’età di 10 anni. Non ha studiato musica, ma la caratteristica di questo e di tutti i musicisti campesini, è proprio quella di essere dei talenti naturali, distanti dalle leggi matematiche musicali, che cantano e suonano “ad orecchio”, per tradizione e per una semplice questione di pura normalità dell`atto. Per loro fare musica è la stessa cosa che mungere una vacca. Ed è proprio a questo mestiere che si ispirano le numerose Tonadas (variante del Joropo) che Enrique mi ha cantato durante tutta la giornata trascorsa insieme a San Juan. “La Tonada è una canzone che si canta alla vacca per rilassarla quando la si munge. Rappresenta il canto criollo, la forma di espressione del tipico llanero che canta all`alba quando comincia a lavorare nel campo, nel momento del riposo, o al tramonto, ispirato dal paesaggio llanero” e ancora: “La Tonada imita il pianto del vitellino che sta chiamando la mamma, e al richiamo della vacca che sta cercando il figlio” come dice il testo di questa Tonada, che racconta la storia di un vitellino perduto. (Potete ascoltarla su Radio Vita cliccando la "puntata N. 27")
 
La luna con su lucero
Muy triste me ven pasar
Cavalcando entres las sombras
Con ansia locas me ven pasar
 
Sube la cuesta
Tinto por el atajo de la quebrada
Corre por el camino que ya mi madre
Aguardando esta
 
Las risas de la pampa
Conbense a ella para montar
Que el surranchito (casa rural) triste
Ya la alegria va a retornar
 
La Tonada è anche una canzone romantica che lo llanero dedica alla sua sposa, comparandola con le bellezze floreali del luogo. La quotidianità è ancora una volta l´ingrediente principale di una forma musicale latinoamericana. La Musica llanera parla e grida della sua terra, racconta le leggende dei suoi personaggi storici, trasmorma in allegria la fatica del lavoro nei campi.

Il pezzo qui sotto è un allegro ed energico Joropo Seis por derecho, cantato da Justo Villalobos e suonato da José Bracho (arpa llanera) Tulio Bracho (cuatro) Ibraim Herrera (maracas) José Lima (basso elettrico). Il Seis por derecho è solo uno fra i 40 tipi di ritmo di Joropo. È un movimento rapido e ritmo ternario. Il suo parente più stretto è il Passarillo, che è suonato in tonalità minore. Il Joropo viene suddiviso in tre grandi famiglie in base alla zona dove viene suonato. Il Joropo llanero (quello nel video sopra) considerato come il più “forte” del paese, il Joropo Tuyero o central ed il Joropo Oriental. Il Seis por derecho è facilmente riconoscibile dal lungo vocalizzo iniziale che esegue il cantante; poi è un infinito susseguirsi di versi in rima; È formato da due parti uguali: si inizia con il caratteristico vocalizzo, si esegue una prima serie di versi che seguono la stessa figura melodica, poi se ne esegue una con ritmo più serrato e cantilenato, per concludere con un verso unico che deve “giustificare” tutto quelo che si è detto prima. Poi, dopo un assolo virtuoso di arpa, si ricomincia allo steso modo. I versi sono per metà “di repertorio” e per metà improvvisati, come in questo caso, dove Justo Villalobos ha voluto dedicare a me e all'Italia tutta un saluto soberano .

IL TESTO (Un particolare ringraziamento per la traduzione a Nelson Camacaro e Nelly Rojas )
Joropo de la llanura de nuevo llego´ el vaquiano
Aquel que le canta el verso
A los confine lejanos
Acercate un momentico ven que cae de la mano
Para que le llegue el mensaje
A los paises hermano
Y digan que conseguio´ fuerza y luz
que estan lejana chevere contra el valiente
ese que vive en el llano
donde se mira el cavallo donde se mira el ganado
donde los aleros pisen
meinzanito de vaquiano
escucha mi hermano Andrea
del pais tan lejano
y lo que deben un saludo
al hermano italiano
para que sepa honrar
al pueblo venezuelano
y usted que vas a gravar
dependiendo como hermano
cantando musica lanera
a los paises mas ….
a los que escucha este grito
este grito soberano
onde la carta marancha
poco a poco improvisado
Por eso es lentamente
…………………
Vamos a seguir palante
Con estilo soberano
Esta es la tierra de simon
A quel humilde vaquiano
El que liberto´ esta patria
Con el escudo en la mano
Luego diste una bandera
Y por ello nos pellamos
Por eso quiero que vayas
Hasta el pais italiano
Y reciba un gran abrazo del pueblo venezuelano.
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ARTICOLO USCITO IL GIORNO 09/10/2007 SUL GIORNALE VENEZUELANO

 "EL DIARIO DE GUAYANA, articolo de BARBARA ALTMAN"

 per leggere clicca qui

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08-10-2007
Il cammino riprenderà da qui, dalla città che ha premiato il progetto (vedi post sotto: PATROCINIO): Ciudad Bolivar, capoluogo dello stato Bolivar del Venezuela, città storica, da poco restaurata e bellissima agli occhi di un italiano abituato a tutti questi antichi edifici. Dico così perchè pare che i venezuelani preferiscano le città più moderne e comode, come ad esempio la vicina Puerto Ordaz (vedi post: Venezuela...e già Caraibi?). La città fu chiamata così in onore di Simon Bolivar, figura di notevole importanza nella storia dell'indipendenza latinoamericana, e che fece qui il "Discorso di Angostura" (1819), nel quale annunciò la nuova Costituzione. Nella metà del Settecento però la città si chiamava "Nueva Guayana de la Angostura del Orinoco" a causa della sua posizione situata nel punto più stretto (angosto significa appunto "stretto") del Rio Orinoco, il fiume più grande del Venezuela. Importante fu anche per la presenza, nelle sue vicinanze, del primo ponte (il ponte Angostura) che unì lo Stato Bolivar con il resto del Paese. Solo da poco è stato inaugurato il secondo ponte a Puerto Ordaz. Questa città ricca di storia e vicende politiche che hanno determinato il futuro del nord del Latinoamerica sembrava essersi dimenticata di poter vantare anche una tradizione musicale propria. "Ero stanca di sentir dire che Ciudad Bolivar non avesse nessuna radice musicale, per questo ho cominciato a ricercare, valorizzare e preservare l`identità guayanesa, delle rive dell`Orinoco e della pietra più antica del Paese: il Massiccio Guayanese". Parole di Mariita Rodriguez, patrimonio culturale vivente di Ciudad Bolivar. Assieme ad un gruppo di musici e ricercatori dà vita nel.... alla Fondaciòn Parapara. È proprio qui nella sede della fondazione che lei ed il suo gruppo mi spiegano a suon di musica le tradizioni più importanti di questa bella città, come ad esempio quella del gioco che dà il nome alla fondazione: il Parapara è un seme che deriva da un albero che cresce da queste parti, chiamato Paraparo. Viene utilizzato in medicina, in artigianato, in restauro, in lavanderia, in cucina (deve essere cucinato se no è velenoso) e in gioco. 
Mimina Rodriguez Lezama, una famosa poetessa di Bolivar, scrive: "La parapara è un raro elemento vegetale di profonda simbologia tradizionale, di rituale trascendentale nel realismo magico di guayana". Il gioco si chiama Quiminduñe: si tratta di indovinare la quantità di semi di parapara che l`avversario nasconde nella mano per vincere la quantità di semi corrispondente. Tutto con divertenti formule e filastrocche e un mare di varianti, come si può vedere nel video qui sotto dove il gioco funge da preludio a questa "Guasa" appunto intitolata Quiminduñe...
.

 La Guasa sembra quindi essere il genere tradizionale di Ciudad Bolivar. Dico "sembra" perchè sono ancora aperte le diatribe tra chi rivendica questa proprietà e chi invece dice che la Guasa guayanesa addirittura non esista. Per alcuni si tratta di un Calipso (vedi post: Venezuela e...già Caraibi?) più lento. Mariita sostiene che la Guasa "È una fusione di Calipso con merengue venezuelano, il cui creatore è Alejandro Vergas" e aggiunge anche un po` di "ritmo negro manomesso" perchè Alejandro Vargas era discendente di un africano. Sta di fatto che la Guasa mantiene la stessa figura ritmica di Calipso e Merengue. La differenza, secondo me, sta nell`impiego degli strumenti utilizzati: cuatro, guitarra, tambor, rayo guayanese e nell`esecuzione con coro. Inoltre i testi parlano guayanese e trattano argomenti ben differenti da quelli del Calipso e del Merengue. Tuttavia bisogna far presente che tutti i generi latinoamericani sono "derivati" di altri generi e ritmi mischiati insieme, come le culture e le etnie di questo grande frullato di umanità che è il Latinoamerica; quindi anche io sono dell`opinione che la "Guasa Alejandrina" ha tutte le carte in regola per esistere come specifico genere musicale tradizionale. Mariita conosce Alejandro quando era bambina e cantava nel palcoscenico delle radio locali!!! Lui era analfabeta, ma intratteneva per ore gli ascoltatori della radio dalla quale trasmetteva il suo programma "Alejandro Vargas y sus Guasas. Dopo la sua morte (1980 più o meno) Mariita si è impegnata a raccogliere tutte le sue opere e a cantarle con il suo gruppo Parapara. Alcune Guasas sono oggi grandi successi da queste parti e tutti le conoscono e le canticchiano. Il gruppo Parapara si impegna a tramandarle, preservarle e rinfrescarle con arrangiamenti contemporanei. I testi trattano per lo più della flora e fauna locali (come del resto la maggiorparte dei generi sudamericani) o narrano avvenimenti occasionali, come ad esempio la mia visita. Questa caratteristica di omaggiare con una canzone la visita di uno straniero sembra far parte del carattere venezuelano sempre altamente cordiale ed accogliente come pochi.
La Guasa che metto qui sotto si intitola "El Valenton" che è un saporito pesce tipico del Rio Orinoco. Il testo, strofa e ritornello con coro, invita tutti i presenti a condividere questo momento di allegria fatto di elementi, cibi ed usanze tipicamente bolivariane.   

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Il cammino della musica è lieta di informare i gentili visori, ascoltatori, seguaci, affezionati suonatori e sognatori, che la missione "Dal Tango alla Musica Caraibica" è finalmente, gloriosamente e felicemente compiuta!!

L`Isola Margarita con la sua musica caribeña rappresenta la meta di arrivo del lungo cammino iniziato con le note del Tango di Buenos Aires.

Stappata la bottiglia e celebrato questo grande momento.. mi rimbocco le maniche e CONTINUO a camminare.

"Il GOBIERNO DEL ESTADO BOLIVAR DE VENEZUELAha deciso infatti di valorizzare il progetto "Il cammino della musica" offrendogli un NUOVO PATROCINIO.

A causa di un clamoroso ritardo nella tabella di marcia e delle precarie disponibilità finanziarie rimastemi, sarei stato costretto a tornare in patria in breve tempo, avendo solo assaggiato il sapore venezuelano. Questo aiuto mi permetterà di visitare più a lungo il Venezuela, per conoscere e divulgare l`inaspettata ricchezza musicale di questo affascinante paese latinoamericano.


Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aiutato a raggiungere questo nuovo traguardo ed in particolar modo: la "Gobernaciòn del estado Bolivar" el Governador General Francisco Rajel Gomez, La Secreteria privada: Lilibeth Gomez e Irma Hernandez. Damelis Castillo e Alfredo. Delys Garcia. Cristina Rodriguez e tutto lo staff. Larrys Salinas. Fabio Annarelli e Anamaria Mendoza. 
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01-10-2007
Isla Margarita, perla del caribe venezuelano, piccolo paradiso terrestre del Mar dei Caraibi e presunta meta finale del "Cammino della musica".
Ad invitarmi qui è Larry Salinas, direttore del Coral Infantil UNEG, un coro composto da "bambini speciali" del quale parlerò nei post più avanti.
Le note di questa isola parlano chiaro: mare, sole, estate eterna.
La musica caraibica margariteña mi è stata raccontata e suonata direttamente da chi nell`isola ci è nato ci vive la vita. Ad accompagnarmi in questo viaggio musicalcaraibico è Yrael Antuare mandolinista, cuatrista, bassista, compositore, cultore e protettore della musica margariteña. Con la sua jeep lasciamo la zona turistica per addentrarci nel cuore dell`isola dove incontriamo la vera essenza ed il sapore margariteño distanti mille miglia dai lussuosi alberghi della costa.
 
Arriviamo in un paesino chiamato Ciudad de Juangriego nel Municipio Marcano. Qui Yrael gironzola tra le viuzze del piccolo paesino, fermandosi di tanto in tanto in casupole graziose e colorate, dalle quali ne esce accompagnato da signori che imbracciano strumenti tradizionali. Si tratta dei componenti del gruppo Paraguachoa, uno dei gruppi più rappresentativi e conosciuti dell`isola. Yrael dice che "tenemos suerte" per averli incontrati senza nessun preavviso. La cosa che mi ha colpito di più non è tanto la fortuna nell`averli trovati, quanto la loro disponibilità nel mollare tutto, imbracciare lo strumento e andare a suonare la loro musica. "Questo è il carattere del margariteño" mi spiega Yrael.
I musici hanno alle spalle anni di ritmo caraibico e non sono ancora stanchi di declamare la gioia musicale dell`isola. Yrael mi confessa che dopo questa generazione la musica folklorica margariteña sarà in pericolo di estinzione. Purtroppo anche da queste parti sembra che le generazioni più giovani non abbiano l`attitudine ad interpretare e preservare la propria musica, ma che preferiscano lasciare il posto a ritmi moderni e provenienti da altri paesi. Yrael e sua moglie lavorano in tre scuole di musica dell`isola e il loro obiettivo è proprio quello di educare i giovani musici a valorizzare la propria cultura musicale. I musici si radunano in cerchio sul giardinetto della casa di Victor Riveira, il mandolinista del gruppo ed un filo di corrente viene fatto calare da un albero per alimentare l`unico strumento elettrico: il basso di Yrael. Per il resto sotto un sole cocente rinfrescato di tanto in tanto da una provvidenziale brezza marina, si suona in acustico con Maracas, cuatro, mandolino, tombadora e voce.
 
Parlare del gruppo Paraguachoa significa parlare di 40 anni di musica margariteña e di più di 60 musicisti che ne hanno fatto parte. Il nome della formazione deriva dall`antico nome dell`isola caraibica chiamata così dai suoi abitanti originari: gli indios Guaiqueries. Paraguachoa significherebbe nel loro idioma "abbondanza di pesce".
La quantità di musica margariteña è grandissima; Yrael mi dice che nell`isola si contano più di 15 generi differenti. Merengue margariteño, punto, zumba que zumba (quella del video sopra), Jota, malagueña... i più rappresentativi di Margarita dice però siano il Galeron e il Polo. Pare che questi due generi siano nati proprio qui e poi trasportati e personalizzati anche in altre zone venezuelane. Tutti i generi venezuelani comunque arrivano da Cubagua (sud di Margarita), perché è qui che approdarono le imbarcazioni degli spagnoli che, assieme al loro carico, portavano anche la caratteristica cadenza andalusa che è andata ad influenzare poi tutta la musica venezuelana. Polo, jota, malagueña e altri sono infatti generi tipicamente spagnoli, ma che hanno qui assunto ed incorporato nel tempo un sapore caraibico che li ha resi ben differenti dagli omonimi spagnoli.

Il pezzo che metto qui sotto è un galeron interpretato dal gruppo Paraguachoa. Questo genere tipico dell´isola Margarita é suonato anche in altre parti del Venezuela e in altri paesi del Caribe, ma con stile e cadenza differenti. Yrael Antuare mi racconta che il periodo più adatto per ascoltare il galeron è maggio, quando si celebra la "cruz de mayo", una festa religiosa venezuelana molto sentita. In altri momenti dell´anno il galeron è comunque suonato come "pagamento di una promessa" fatta ad un santo cristiano. In questo caso la persona che fa la promessa organizza una festa in casa sua, dove si omaggia il santo con fiori, frutta e.. galeron. Il canto comincia dopo un preludio di bandolin, cuatro e guitarra. I cantori variano in numero da uno a sei e si alternano cantando strofe improvvisate di dieci versi rimati chiamati appunto "decimas". I cantori devono essere maturi e molto preparati, in quanto devono improvvisare su temi che riguardano religione, storia, mitologia e leggende paesane. Solitamente quando ci sono più cantori si fanno tre ronde: nella prima si omaggia il patrocinatore della festa, il santo e tutti i presenti, nella seconda si improvvisa su un tema libero e nella terza accade quello che si chiama "contrapunteo", che sarebbe una sorta di sfida tra i cantori che si "burlano" tra loro con provocazioni satiriche, alle quali bisogna prontamente controbattere mantenendo sempre la forma rimata! Questa di burlarsi del prossimo pare sia una caratteristica del carattere margariteño, che coglie ogni occasione comica per costruirci sopra una canzone. Le ronde di Galeron possono durare molto tempo e i cantori tra uno e l´altro si riposano, conversano, mangiano e bevono (i musici invece non si fermano mai). Il galeron non è solo un genere utilizzato in celebrazioni religiose, ma pare che ogni scusa, ogni avvenimento, sia buono per inventarsi una decima rimata, come in questo caso, dove la fantasia di Alejandro Salezar dedica a me e a tutta l´Italia questo magnifico galeron.

IL TESTO: (un rigraziamento a Anamaria Mendoza per la trascrizione)
"Hai!!! Galeron estoy cantando
llevando el rumbo en la proa
y el grupo Paraguachoa
aqui me està acompañando..
y a la vez
aqui enviando
para ese pueblo italiano
un galeron soberano
muy alegre e bien cantado
e aqui es regalado
dal pueblo neuspartano
Hai!! siguiendo la versacion
y mi musa bien diseña
musica margariteña
con una gran expresion
a travez del galeron
como te lo expresa ahorita
en esa ver visita
lleva buen recuerdo
de mi Isla Margarita

Ringraziamenti: Larrys Salinas, Yrael Anture, Gruppo Paraguachoa: Julian Marin, josé Ramos, Alejandro Salezar, Filipe Rivera, Victor Rivera, Erich Perez, Javier.

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Di Zu
sicuramente un filma...
12/08/2015 @ 08:10:26
Di roby boscarin
Ciao Nicola, grazie ...
29/06/2015 @ 10:39:23
Di Zu
Conosco questa canzo...
28/06/2015 @ 23:51:31
Di Nicola Scarpel
DOCUMENTARIO BELLISS...
16/05/2015 @ 18:56:14
Di b
Caro Zu , anche con ...
18/03/2015 @ 19:35:58
Di Adelina, Gianni
bravi!che possiate c...
16/03/2015 @ 10:26:20
Di gianfranco micarelli -scultore-
Grande Andrea!Ho app...
03/03/2015 @ 19:15:11
Di Diego
C'è tanto dentro que...
26/02/2015 @ 17:24:41
Di Stefania D.
Emozione.....tanta ....
26/02/2015 @ 17:23:23
Di Alida
aggiungerei anche il...
26/02/2015 @ 17:20:54
Di Tatiana M.
anche Giuliano Prepa...
26/02/2015 @ 17:20:30
Di Otello S.
chissà cosa ne pense...
26/02/2015 @ 17:19:52
Di Paolo
Guardo le foto e leg...
07/02/2015 @ 06:50:44
Di Mrisa
grazie meraviglioso ...
01/02/2015 @ 10:42:12
Di Francesca G.
How wonderful that y...
31/01/2015 @ 19:35:57
Di Lorie H.
Il caos di Jaipur cr...
31/01/2015 @ 19:33:49
Di Lara F.
Bravi! fate sentire ...
29/01/2015 @ 19:30:15
Di Adelina, Gianni
Veramente bello!!! C...
29/01/2015 @ 17:28:07
Di Lara
Sempre con un po' di...
25/01/2015 @ 01:23:33
Di Valerio
CIAO SONO NICLA VIAR...
24/01/2015 @ 06:26:16
Di NICOLA
...GRANDE Federico.....
23/01/2015 @ 06:57:17
Di sandro brunello


19/03/2024 @ 04:27:14
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