A sfatare miti e leggende del Tango argentino è Fabio Borroni, un amico conosciuto alla riunione del CAVA di sabato. Fabio, persona disponibilissima e cordiale, è nato in Argentina ma ha origini italiane e con la madre, trevisana, ed il padre lombardo, ha fin da piccolo vissuto nel barrio del tango: el barrio de Abasto o Balvanera, ora parte dell’immenso centro di Buenos Aires, un tempo centro periferico di commercio di generi alimentari, culla del tango e ancora… quartiere dove viveva il mitico Carlos Gardel.
Fabio qui gestisce, con il fratello, un negozio di ottica. S trova in Avenida Corrientes 3340, una delle principali strade di Buenos Aires e lo hanno chiamato “OPTICA ITALVENETA”. Una caratteristica particolare di Buenos Aires è che passeggiando per la città si notano ovunque insegne di negozi, bar, ristoranti e pizzerie che portano un nome tipicamente italiano. A tratti sembra di girare per una metropoli italiana, poi il castellano dei porteños, che penetra nelle orecchie, crea un paradosso di identità e mi scaraventa di nuovo in Sud America (non che mi dispiaccia!!). Ho trascorso ben quattro ore con Fabio, che mi ha gentilmente concesso il tempo necessario, prendendosi una “licenza” dal lavoro, per donarmi preziose informazioni che difficilmente sarei riuscito a trovare. Abbandonata la sede del lavoro, siamo andati un po’ a spasso per il quartiere caratteristico della sua infanzia.
Il Mercato di Abasto, raggiungibile prendendo la linea "B" della metropolitana e scendendo a “Estación Carlos Gardel” è un edificio gigantesco, dove un tempo arrivavano carri e treni carichi di generi alimentari per venderli all’ingrosso nel piano terra, e al dettaglio nei piani superiori. Fabio racconta che andava con la madre a scegliere il pollo più grasso per poi ritirarlo dopo qualche minuto, spellato e pronto per il forno. Ora il mercato e’ diventato un grosso centro commerciale moderno, c’è addirittura una ruota panoramica all’interno che va a coprire il caratteristico orologio gigante che segnava la fine dei lavori. A tratti si notano angoli di costruzione vecchia e originale e tra i vari prodotti esposti, sono istallate fotografie suggestive che riportano i momenti significativi degli emigranti che sbarcavano a La Boca, e le immagini del lavoro nel mercato. Un museo dentro ad un supermercato!! In una zona dell’edificio, c’è la famosa piazza del “Zorsal” chiamata così in onore del soprannome di Carlos Gardel “El Zorsal Criollo”, un uccello caratteristico; qui si susseguono manifestazioni culturali, concerti di Tango e altri generi artistici. La connessione tra questo posto ed il Tango e’ fondamentale. C’e’ infatti una foto, tra le tante, che immortala uomini che ballano tra loro, e dei musici che suonano il bandoneon, poi chitarre appoggiate fianco dei banchi di lavoro.
Ecco quindi sfatata le leggenda che narra che gli uomini ballavano il Tango tra loro, in modo da esorcizzare la noia, nell’attesa di aspettare il proprio turno per incontrare la “bella” dei bordelli di Buenos Aires!! E’ vero che inizialmente il ballo era tra una coppia di uomini, ma per il semplice fatto che le donne non potevano ballare una musica che parlava di sesso, di trasgressione, di vizi e delitti, perché sarebbero state considerate delle prostitute. Stiamo parlando degli inizi del ‘900. A proposito di questo argomento, Fabio mi ha regalato due preziosi libri: “Letras de Tango” e “Todo Tango” di Josè Gabello (Ed. Libertador), dove vengono analizzati tutti i temi dei più famosi Tango, sottolineando le somiglianze di alcuni termini con i vari dialetti italiani. Il Tango quindi è nato nel mercato e nei bar di questo bel quartiere abitato da masse di genovesi e veneti (non molto raccomandato di notte) e non nei bordelli di Buenos Aires. Poi e’ stato portato anche nei luoghi della trasgressione e ha invaso tutta Buenos Aires, donandole quella indole malinconica che caratterizza questa splendida città.
Passeggiando per il barrio, Fabio mi porta a vedere quel che ormai resta del locale dove si esibì per la prima volta Carlos Gardel, uno dei più conosciuti interpreti del Tango. Ora c’e’ un edificio in costruzione…nemmeno bello. Però è stata conservata la casa dell’artista che ora è un museo e tutto intorno, gli edifici sono decorati con “il filetto” che portavano i carri e i camion di allora. Inoltre da poco è stata avviata un’opera di decorazione delle case con i temi dei più famosi tango interpretati dall’artista. Bello, ma troppo turistico per i miei gusti.
Ne avrei da dire moltissimo; le leggende che ho sentito sul Tango raccontate da vecchi ed esperti del settore sono tra le più svariate e contraddittorie. Del resto un aspetto che rende ancor più affascinate questa musica unica nel suo genere è proprio la sua inspiegabile molteplice origine.