
Reportage SICILIA: Atropidi Sgattaiolati, i ritmi che crescono
Di Admin (del 07/01/2010 @ 00:42:16, in reportage, linkato 5494 volte)
Musica come stimolo per l'apprendimento
Si fanno chiamare “Atropidi Sgattaiolati”: spiritelli magici abitanti l’interno dei tamburi che escono allo scoperto quando la membrana viene percossa. La loro musica è travolgente e riesce a far ballare il pubblico più annoiato, contagiandolo con il ritmo delle percussioni impazzite e un’ondata di allegria. Sembra una favola ma è realtà, e a farla vivere sono i ragazzi della Scuola Elementare “Filippo Raciti” di Palermo, i loro insegnanti e i loro genitori. Il laboratorio musicale ideato nel ‘96 dall’insegnante Daniele Schimmenti (percussionista), inizialmente composto da circa 30 bambini disabili e normodotati, è arrivato ad accogliere in un anno scolastico oltre 500 ragazzi della suddetta scuola pubblica di Borgo Nuovo, un quartiere “difficile” di Palermo. “Borgo nuovo è un quartiere popolare in cui la condizione economica generalmente è molto bassa ma questo progetto contribuisce ad alzarne il livello culturale” afferma senza presunzione Daniele.
Gli obiettivi del progetto “Atropidi Sgattaiolati” sono molteplici: usare la musica come stimolo per l’apprendimento della lingua italiana, come aggregante sociale, come terapia a complicazioni psicologiche. “Mia figlia era molto timida, non dialogava con i suoi compagni; da quando è entrata nell’orchestra di percussioni è cambiata e ora vuole addirittura fare la solista“ mi racconta una mamma; un’altra dice: “l’ha tolto dalla strada e ora ha una nuova prospettiva di vita, noi genitori li seguiamo dappertutto e diamo una mano per l’organizzazione del laboratorio, ora c’è più dialogo e condivisione tra noi e i ragazzi”. .
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L’apprendimento della tecnica musicale prende spunto dal metodo di “ritmica integrale” coniato da Laura Bassi, basato sulla possibilità di eseguire parti ritmiche attraverso la suddivisione in sillabe di singole parole o intere frasi. Con questo metodo anche i ragazzi più restii sono stimolati ad affrontare lo studio della lingua italiana per far parte dell’orchestra. Non puoi pretendere di suonare con gli Atropidi se non sai come si scrive e si legge “man-gia-ti la pa-sta” che nel tamburo si tradurrà “ta-ta-ta-ta-tà-ta”. Questo metodo apparentemente elementare è in grado di sviluppare, almeno negli Atropidi Sgattaiolati, una sorprendente tecnica esecutiva e una musicalità che ha dell’incredibile. Il gruppo si esibisce con circa 40 elementi che percuotono, cantano e ballano simultaneamente dando però spazio a solisti dalle voci squillanti e dalle abili mani. Il progetto alimentato dal sacrificio dei suoi creatori, andrebbe sicuramente più valorizzato e supportato.
Quello che succede in questa scuola pubblica di Palermo è analogo ad altri progetti che avevo documentato in America Latina durante la prima edizione del cammino della musica (vedi FESNOJIV il miracolo della musica, Belo Horizonte, bela musica). Casi di questo genere penso facciano riflettere molto sul potenziale terapeutico e sociale oltre che artistico che può esercitare la musica su una comunità. Guardo le espressioni di questi ragazzi mentre si esibiscono, e non posso fare altro che pensare ad un miracolo; la musica interpretata da queste espressioni acquista una forza che non avevo mai percepito prima e l'emozione è veramente forte. Il miracolo di questa entità, di questo sublime linguaggio, di questa espressione di energia che è la musica.
Per avere informazioni sugli “Atropidi Sgattaiolati” e sui loro concerti scrivi a Daniele Schimmenti: martilupero@yahoo.it
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Ringraziamenti: Daniele Schimmenti e tutto lo staff del progetto, il preside dell’Istituto Filippo Raciti Diego di Caro, gli atropidi genitori, gli Atropidi Sgattaiolati tutti. . .
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