Cerca per parola chiave
 

homeprogettoviaggiatoredove sono sostenitoripillole contatti

Archivio Io Suono Italiano ?     archivio dal tango alla musica caraibica

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Il cammino della musica è lieta di informare i gentili visori, ascoltatori, seguaci, affezionati suonatori e sognatori, che la missione "Dal Tango alla Musica Caraibica" è finalmente, gloriosamente e felicemente compiuta!!

L`Isola Margarita con la sua musica caribeña rappresenta la meta di arrivo del lungo cammino iniziato con le note del Tango di Buenos Aires.

Stappata la bottiglia e celebrato questo grande momento.. mi rimbocco le maniche e CONTINUO a camminare.

"Il GOBIERNO DEL ESTADO BOLIVAR DE VENEZUELAha deciso infatti di valorizzare il progetto "Il cammino della musica" offrendogli un NUOVO PATROCINIO.

A causa di un clamoroso ritardo nella tabella di marcia e delle precarie disponibilità finanziarie rimastemi, sarei stato costretto a tornare in patria in breve tempo, avendo solo assaggiato il sapore venezuelano. Questo aiuto mi permetterà di visitare più a lungo il Venezuela, per conoscere e divulgare l`inaspettata ricchezza musicale di questo affascinante paese latinoamericano.


Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aiutato a raggiungere questo nuovo traguardo ed in particolar modo: la "Gobernaciòn del estado Bolivar" el Governador General Francisco Rajel Gomez, La Secreteria privada: Lilibeth Gomez e Irma Hernandez. Damelis Castillo e Alfredo. Delys Garcia. Cristina Rodriguez e tutto lo staff. Larrys Salinas. Fabio Annarelli e Anamaria Mendoza. 
Articolo (p)Link Commenti Commenti (7)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
08-10-2007
Il cammino riprenderà da qui, dalla città che ha premiato il progetto (vedi post sotto: PATROCINIO): Ciudad Bolivar, capoluogo dello stato Bolivar del Venezuela, città storica, da poco restaurata e bellissima agli occhi di un italiano abituato a tutti questi antichi edifici. Dico così perchè pare che i venezuelani preferiscano le città più moderne e comode, come ad esempio la vicina Puerto Ordaz (vedi post: Venezuela...e già Caraibi?). La città fu chiamata così in onore di Simon Bolivar, figura di notevole importanza nella storia dell'indipendenza latinoamericana, e che fece qui il "Discorso di Angostura" (1819), nel quale annunciò la nuova Costituzione. Nella metà del Settecento però la città si chiamava "Nueva Guayana de la Angostura del Orinoco" a causa della sua posizione situata nel punto più stretto (angosto significa appunto "stretto") del Rio Orinoco, il fiume più grande del Venezuela. Importante fu anche per la presenza, nelle sue vicinanze, del primo ponte (il ponte Angostura) che unì lo Stato Bolivar con il resto del Paese. Solo da poco è stato inaugurato il secondo ponte a Puerto Ordaz. Questa città ricca di storia e vicende politiche che hanno determinato il futuro del nord del Latinoamerica sembrava essersi dimenticata di poter vantare anche una tradizione musicale propria. "Ero stanca di sentir dire che Ciudad Bolivar non avesse nessuna radice musicale, per questo ho cominciato a ricercare, valorizzare e preservare l`identità guayanesa, delle rive dell`Orinoco e della pietra più antica del Paese: il Massiccio Guayanese". Parole di Mariita Rodriguez, patrimonio culturale vivente di Ciudad Bolivar. Assieme ad un gruppo di musici e ricercatori dà vita nel.... alla Fondaciòn Parapara. È proprio qui nella sede della fondazione che lei ed il suo gruppo mi spiegano a suon di musica le tradizioni più importanti di questa bella città, come ad esempio quella del gioco che dà il nome alla fondazione: il Parapara è un seme che deriva da un albero che cresce da queste parti, chiamato Paraparo. Viene utilizzato in medicina, in artigianato, in restauro, in lavanderia, in cucina (deve essere cucinato se no è velenoso) e in gioco. 
Mimina Rodriguez Lezama, una famosa poetessa di Bolivar, scrive: "La parapara è un raro elemento vegetale di profonda simbologia tradizionale, di rituale trascendentale nel realismo magico di guayana". Il gioco si chiama Quiminduñe: si tratta di indovinare la quantità di semi di parapara che l`avversario nasconde nella mano per vincere la quantità di semi corrispondente. Tutto con divertenti formule e filastrocche e un mare di varianti, come si può vedere nel video qui sotto dove il gioco funge da preludio a questa "Guasa" appunto intitolata Quiminduñe...
.

 La Guasa sembra quindi essere il genere tradizionale di Ciudad Bolivar. Dico "sembra" perchè sono ancora aperte le diatribe tra chi rivendica questa proprietà e chi invece dice che la Guasa guayanesa addirittura non esista. Per alcuni si tratta di un Calipso (vedi post: Venezuela e...già Caraibi?) più lento. Mariita sostiene che la Guasa "È una fusione di Calipso con merengue venezuelano, il cui creatore è Alejandro Vergas" e aggiunge anche un po` di "ritmo negro manomesso" perchè Alejandro Vargas era discendente di un africano. Sta di fatto che la Guasa mantiene la stessa figura ritmica di Calipso e Merengue. La differenza, secondo me, sta nell`impiego degli strumenti utilizzati: cuatro, guitarra, tambor, rayo guayanese e nell`esecuzione con coro. Inoltre i testi parlano guayanese e trattano argomenti ben differenti da quelli del Calipso e del Merengue. Tuttavia bisogna far presente che tutti i generi latinoamericani sono "derivati" di altri generi e ritmi mischiati insieme, come le culture e le etnie di questo grande frullato di umanità che è il Latinoamerica; quindi anche io sono dell`opinione che la "Guasa Alejandrina" ha tutte le carte in regola per esistere come specifico genere musicale tradizionale. Mariita conosce Alejandro quando era bambina e cantava nel palcoscenico delle radio locali!!! Lui era analfabeta, ma intratteneva per ore gli ascoltatori della radio dalla quale trasmetteva il suo programma "Alejandro Vargas y sus Guasas. Dopo la sua morte (1980 più o meno) Mariita si è impegnata a raccogliere tutte le sue opere e a cantarle con il suo gruppo Parapara. Alcune Guasas sono oggi grandi successi da queste parti e tutti le conoscono e le canticchiano. Il gruppo Parapara si impegna a tramandarle, preservarle e rinfrescarle con arrangiamenti contemporanei. I testi trattano per lo più della flora e fauna locali (come del resto la maggiorparte dei generi sudamericani) o narrano avvenimenti occasionali, come ad esempio la mia visita. Questa caratteristica di omaggiare con una canzone la visita di uno straniero sembra far parte del carattere venezuelano sempre altamente cordiale ed accogliente come pochi.
La Guasa che metto qui sotto si intitola "El Valenton" che è un saporito pesce tipico del Rio Orinoco. Il testo, strofa e ritornello con coro, invita tutti i presenti a condividere questo momento di allegria fatto di elementi, cibi ed usanze tipicamente bolivariane.   

Per altre foto / Para ver outras fotos / Para ver otras fotos, CLICCA QUI. Per vedere gli articoli precedenti clicca su "STORICO" / Para ver outros artigos clica "STORICO" / Para ver otros articolos "STORICO".

Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

ARTICOLO USCITO IL GIORNO 09/10/2007 SUL GIORNALE VENEZUELANO

 "EL DIARIO DE GUAYANA, articolo de BARBARA ALTMAN"

 per leggere clicca qui

Articolo (p)Link Commenti Commenti (3)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
15-10-2007
Guarico, il cuore del Venezuela, regione delle vaste pianure venezuelane e delle lievi montagne preandine. Questa zona, qui chiamata “Llano”, ha una musica propria che declama con la sua semplice spontaneità le bellezze e le caratteristiche di una naturale vita rurale.
La tappa rappresenta per me un appuntamento atteso fin dal primo giorno del mio ingresso in terra venezuelana, quando l´attenzione venne attirata da un grido allegro e prolungato che risuonava energico tra le casse dallo stereo di un negozio di musica: era il grido della Musica llanera.
Mi trovo a San Juan de los Morros, capitale del Guarico e piccola città caratterizzata da curiose formazioni montuose che la circondano: Los Morros, per l´appunto.
Ad attendermi qui c´è Hector Araguaynamo, Direttore dell´Orquestra Filarmonica de Guarico, che mi accompagna alla Casa de la cultura de San Juan de los Morros, dove incontro il direttore Jesus Toledo. Tutto è già pronto per il mio arrivo: i musici mi stanno aspettando in una bella stanza della scuola armati di arpa, cuatro, maracas e.. polmoni. I primi tre strumenti rappresentano lo “stereótrio” della cultura musicale venezuelana: arpa, cuatro e maracas.
L´arpa la avevo già ascoltata in Paraguay (vedi post: Parentesi paraguaya). Tuttavia in questa zona lo strumento presenta delle caratteristiche differenti. L`arpa llanera, rispetto a quella paraguaya, ha dimensioni più piccole e 32 corde in nailon. L’energia dell´esecuzione però è la stessa.
 
La Musica Llanera si identifica con el Joropo. Jesus mi spiega però che el Joropo non è solo un genere musicale, ma è molto di più: “El Joropo è una festa campesina, è un modo di essere, è l´essenza del Llano” possiamo quindi dire che siamo in presenza più che di un genere, di una filosofia musicale. Anticamente infatti il termine “Joropo” era stato usato dai campesini venezuelani in sostituzione del termine spagnolo “Fandango”, che indicava proprio una festa o una riunione sociale. Come in tutte le musiche e le feste popolari, il ballo è d´obbligo, e quello del Joropo è veramente particolare.

Enrique Cuenca è un coplero (cosí vengono chiamati gli interpreti della Musica Llanera) di San Juan. Nominato “Talento vivo de Venezuela” è vincitore di numerosi concorsi musicali, e tra parranda y trabajo (festa e lavoro), se la passa cantando dall’età di 10 anni. Non ha studiato musica, ma la caratteristica di questo e di tutti i musicisti campesini, è proprio quella di essere dei talenti naturali, distanti dalle leggi matematiche musicali, che cantano e suonano “ad orecchio”, per tradizione e per una semplice questione di pura normalità dell`atto. Per loro fare musica è la stessa cosa che mungere una vacca. Ed è proprio a questo mestiere che si ispirano le numerose Tonadas (variante del Joropo) che Enrique mi ha cantato durante tutta la giornata trascorsa insieme a San Juan. “La Tonada è una canzone che si canta alla vacca per rilassarla quando la si munge. Rappresenta il canto criollo, la forma di espressione del tipico llanero che canta all`alba quando comincia a lavorare nel campo, nel momento del riposo, o al tramonto, ispirato dal paesaggio llanero” e ancora: “La Tonada imita il pianto del vitellino che sta chiamando la mamma, e al richiamo della vacca che sta cercando il figlio” come dice il testo di questa Tonada, che racconta la storia di un vitellino perduto. (Potete ascoltarla su Radio Vita cliccando la "puntata N. 27")
 
La luna con su lucero
Muy triste me ven pasar
Cavalcando entres las sombras
Con ansia locas me ven pasar
 
Sube la cuesta
Tinto por el atajo de la quebrada
Corre por el camino que ya mi madre
Aguardando esta
 
Las risas de la pampa
Conbense a ella para montar
Que el surranchito (casa rural) triste
Ya la alegria va a retornar
 
La Tonada è anche una canzone romantica che lo llanero dedica alla sua sposa, comparandola con le bellezze floreali del luogo. La quotidianità è ancora una volta l´ingrediente principale di una forma musicale latinoamericana. La Musica llanera parla e grida della sua terra, racconta le leggende dei suoi personaggi storici, trasmorma in allegria la fatica del lavoro nei campi.

Il pezzo qui sotto è un allegro ed energico Joropo Seis por derecho, cantato da Justo Villalobos e suonato da José Bracho (arpa llanera) Tulio Bracho (cuatro) Ibraim Herrera (maracas) José Lima (basso elettrico). Il Seis por derecho è solo uno fra i 40 tipi di ritmo di Joropo. È un movimento rapido e ritmo ternario. Il suo parente più stretto è il Passarillo, che è suonato in tonalità minore. Il Joropo viene suddiviso in tre grandi famiglie in base alla zona dove viene suonato. Il Joropo llanero (quello nel video sopra) considerato come il più “forte” del paese, il Joropo Tuyero o central ed il Joropo Oriental. Il Seis por derecho è facilmente riconoscibile dal lungo vocalizzo iniziale che esegue il cantante; poi è un infinito susseguirsi di versi in rima; È formato da due parti uguali: si inizia con il caratteristico vocalizzo, si esegue una prima serie di versi che seguono la stessa figura melodica, poi se ne esegue una con ritmo più serrato e cantilenato, per concludere con un verso unico che deve “giustificare” tutto quelo che si è detto prima. Poi, dopo un assolo virtuoso di arpa, si ricomincia allo steso modo. I versi sono per metà “di repertorio” e per metà improvvisati, come in questo caso, dove Justo Villalobos ha voluto dedicare a me e all'Italia tutta un saluto soberano .

IL TESTO (Un particolare ringraziamento per la traduzione a Nelson Camacaro e Nelly Rojas )
Joropo de la llanura de nuevo llego´ el vaquiano
Aquel que le canta el verso
A los confine lejanos
Acercate un momentico ven que cae de la mano
Para que le llegue el mensaje
A los paises hermano
Y digan que conseguio´ fuerza y luz
que estan lejana chevere contra el valiente
ese que vive en el llano
donde se mira el cavallo donde se mira el ganado
donde los aleros pisen
meinzanito de vaquiano
escucha mi hermano Andrea
del pais tan lejano
y lo que deben un saludo
al hermano italiano
para que sepa honrar
al pueblo venezuelano
y usted que vas a gravar
dependiendo como hermano
cantando musica lanera
a los paises mas ….
a los que escucha este grito
este grito soberano
onde la carta marancha
poco a poco improvisado
Por eso es lentamente
…………………
Vamos a seguir palante
Con estilo soberano
Esta es la tierra de simon
A quel humilde vaquiano
El que liberto´ esta patria
Con el escudo en la mano
Luego diste una bandera
Y por ello nos pellamos
Por eso quiero que vayas
Hasta el pais italiano
Y reciba un gran abrazo del pueblo venezuelano.
Per altre foto / Para ver outras fotos / Para ver otras fotos, CLICCA QUI. Per vedere gli articoli precedenti clicca su "STORICO" / Para ver outros artigos clica "STORICO" / Para ver otros articolos "STORICO".
Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
22-10-2007
Il cammino della musica prosegue per Merida, bellissima città coloniale capoluogo dell`omonimo stato venezuelano situato all'inizio (o alla fine) della Cordigliera Andina. Paesaggi e fisionomia delle persone sono totalmente differenti da tutto ciò che ho visto e visitato fin'ora. Tra le vette di queste montagne imponenti si trovano bellissimi quanto improbabili paesini arrocati sulle rocce, dove il folclore e la musica tradizionale sono ancora molto forti.
In questa Regione sono venuto alla ricerca più che dalla sua musica dello strumento che più lo identifica: il violino. Insieme ad arpa, cuatro, maracas, bandolina, rayo, bumbac, il violino completa la panoramica degli strumenti più rappresentativi del Venezuela. Nonostante l`importanza di questo strumento in questa zona, trovarne uno non è stato poi così facile. A Merida, per una serie di sfortunate coincidenze, non ho avuto modo di incontrare i pochi contatti che avevo. Ho dovuto così muovermi alla ricerca dello strumento in altri paesini distanti dalla città (non che mi sia dispiaciuto farlo). La ricerca quindi comincia nel pueblito di Tabai, a una ora da Merida: il piccolo e grazioso paesino ha in programma per la sera un concerto campesino al quale mi ha invitato ad assistere l`assessore alla cultura di Tabai, Hector Arianna. "Suoneranno tre gruppi locali, con violino ovviamente". Arrivo così a Tabai nel mezzo di un caldo pomeriggio. Nella piazza Simon Bolivar (tutte le città del venezuela hanno una piazza così chiamata) la voce di uno degli organizzatori avverte interminabilmente, con un megafono, gli abitanti del piccolo pueblito dell`avvenimento della serata, ed invita tutti a parteciparvi. Chiedo a Hector per quale motivo sia necessario reiterare così tanto tale avviso, considerate le minuscole dimensioni del pueblito, ed il fatto che le locandine sono appese dappertutto. "I campesini  sono molto timidi e riservati ed è difficile raggrupparli per assistere ad un concerto... se non facciamo così va a finire che si sparpagliano tutti nella piazza e lasciano i posti preparati davanti al palco vuoti". Il concerto dovrebbe cominciare alle sette, ma a quell`ora nessun gruppo si è ancora presentato. "È normale!" mi avverte Hector "I musici campesini, non si considerano dei veri musici. Lo fanno così per passatempo, e per loro suonare in un concerto non è un avvenimento tanto importante, e così venire o no è la stessa cosa... Una volta ho organizzato un concerto al quale dovevano partecipare sette gruppi; alla fine hanno suonato tutti, ma sono arrivati in extremis". Questa volta però le cose andranno diversamente: di tre gruppi se ne presenterà uno solo e.. senza violino. Hector non sembra per nulla preoccupato, si limita solo a fare una smorfia di leggera rassegnazione. Il gruppo arrivato è "Los Azabaches" (Azabache è un amuleto che viene dato ai bambini per difenderli dal malocchio); in due minuti montano gli strumenti e sono pronti per suonare. Manca però el maraquero, che è in ritardo. Hector chiede loro di cominciare ugualmente perchè il pubblico comincia a spazientirsi. Comincia così il concerto con la formazione incompleta, il maraquero arriverà poco dopo e si introdurrà nel suono con aria totalemente indifferente. Non hanno il violino, ma suonano la musica tipica di queste parti: il Merengue Campesino (ascolta il collegamento con Radio Vita alla Puntata N. 28) con due chitarre, cuatro, charranga e maracas. La partecipazione del pubblico è entusiasmante. Tutti ballano, cantano ed esultano in una atmosfera di vera festa paesana. Mi chiedo dove sia nascosta la timidezza di cui mi parlava Hector. Alle dieci il gruppo finisce di suonare, ma la folla esulta e pretende i bis.
La ricerca continua per un altro paesino improbabile del Estado di Merida, chiamato Chiguarà, dove è previsto un grande concerto in occasione della "Feira de los sueños" (festa dei sogni). Si esibiranno gruppi locali ed internazionali. Nel giorno che segue il concerto, incontro uno dei gruppi campesini, però anche in questo caso il violinista è misteriosamente scomparso. Poco male, conosco Elio, chiamato El Grillo, campesino, compositore e coplero che con il suo gruppo mi suona un paio di Merengue venezuelani e guarachas (genere colombiano). Poi una magnifica canzone campesina che è possibile ascoltare alla 28ª puntata di radio Vita.
 
Il  terzo tentativo è a San Raffael del Paramo de Mucuchie, paesino andino situato a 3142 metri sopra il livello del mare, la città più alta del Venezuela, un posto incantevole. L`aria è fresca e rarefatta, il paesaggio incantato e il popolo ha carnaggione olivastra e nasi grandi. Il nome "Mucuchie" deriva dall`etnia indigena che abitava la zona del fiume Chama. Incontro il "Grupo Folklorico San Rafael del Pàramo" che mi accoglie con gentilissima riverenza nella bella sede del gruppo: una casina in legno e mattoni con muri spessi più di mezzo metro, tipica di un paesaggio montano. Sulle pareti sono appesi tutti gli strumenti venezuelani e finalmente... il violino!!Il gruppo composto da Isaac Milano Ramirez (violino), Manuel Torres Castillo (cuatro), Johandry Lacruz Moreno (chitarra), Antony Castillo Santiago (maracas, tambor) Edwin Montilva Sulbaran (direttore), indossa abiti d'epoca, "I vestiti di quando i nostri nonni andavano alla chiesa la domenica". Passiamo tutta la serata insieme. Mi spiegano a suon di musica i ritmi delle canzoni folkloriche di San Rafael, il più delle volte utilizzate per celebrare festività e santi cristiani.
 

 


La canzone nel video qui sopra è intitolata "El Tropezon" e si tratta di un Joropo Andino che viene suonato in occasione de "La vuelta del Gallo" una danza e una festa tradizionale pagana del Estado Merida che imita il corteggiamento del gallo. Il Joropo Andino differisce da quello Llanero (vedi post: Il grido della musica) in quanto sostituisce l`arpa con il violino. Il genere arriva dalla zona llanera alla zona andina, grazie agli scambi commerciali del passato tra lo stato di Merida e il confinante Barina (vedi mappa Venezuela ). 
L`MP3 qui sotto è un Merengue Venezuelano intitolato "Baile de la Reina", interpretato dal Gruppo Folklorico San Rafael del Paramo. Questo pezzo è comunemente suonato in occasione di una festa che celebra San Benedetto del Moro, il Santo a noi familiare, protettore degli schiavi. Tra tutte le feste, questa è la più importante e con la quale si esprime meglio l`anima musicale di San Rafael. È chiamata "Los giros de San Benito de Palermo", cade la seconda domenica di gennaio con processioni musicali per tutto il paesino. Viaggiando per il Latino America, molte volte ho incontrato generi e manifestazioni musicali associate al culto di San Benedetto, per il quale molti fedeli fanno una "promessa al Santo", che viene pagata con una festa (vedi ad esempio post Bumba meu boi). Presenta: Isaac Milano Ramirez. 

Il Merengue è un genere originario Della Repubblica Dominicana, nato intorno alla metà del XIX sec. dal risultato dell`influenza della cultura spagnola con quella afroamericana. È però molto difuso in tutto il Centro America e in Venezuela, Colombia, Ecuador, Panama. In Venezuela questo genere assume inoltre sfumature differenti in base alla zona dove viene suonato. All`isola Margarita per esempio viene suonato con un ritmo di 5/8 e con bandolina, cuatro, maracas, tambor. Qui a Merida ho trovato un Merengue suonato in 3/8 con due chitarre, guiro, cuatro, maracas, tambor. Il Merengue cosiddetto "Campesino" deriva dalla musica dell`alta società, riadattata dai campesini con strumenti, linguaggi, testi e cultura regionale propri. All`interno dello stesso Paese quindi possono esistere differenti tipi di Merengue. Solitamente, quando un genere subisce una trasformazione tale da fargli cambiare cellula ritmica, dovrebbe cambiare anche il nome. Il termine Merengue, quindi, in Latino America indica, più che un genere musicale, un'identità nazionale.


Per altre foto / Para ver outras fotos / Para ver otras fotos, CLICCA QUI. Per vedere gli articoli precedenti clicca su "STORICO" / Para ver outros artigos clica "STORICO" / Para ver otros articolos "STORICO"

 

 

 

Articolo (p)Link Commenti Commenti (5)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

Il Cammino Della Musica

ha ottenuto un PATROCINIO dal

"GOBIERNO DEL ESTADO BOLIVAR DE VENEZUELA"

A causa di un clamoroso ritardo nella tabella di marcia e delle precarie disponibilità finanziarie rimastemi, sarei stato costretto a tornare in patria in breve tempo, avendo solo assaggiato il sapore venezuelano. Questo aiuto mi permetterà di visitare più a lungo il Venezuela, per conoscere e divulgare l`inaspettata ricchezza musicale di questo affascinante paese latinoamericano.


Ringrazio di cuore tutti coloro che mi hanno aiutato a raggiungere questo nuovo traguardo ed in particolar modo: la "Gobernaciòn del estado Bolivar" el Governador General Francisco Rajel Gomez, La Secreteria privada: Lilibeth Gomez e Irma Hernandez. Damelis Castillo e Alfredo. Delys Garcia. Cristina Rodriguez e tutto lo staff. Larrys Salinas. Fabio Annarelli e Anamaria Mendoza.
Articolo (p)Link Commenti Commenti (1)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
12-11-2007
Mi trovo nello stato di Lara, a nord est del Venezuela. Arrivo al mattino presto nella capitale Barquisimeto, una piccola metropoli di rovente cemento. Lascio in fretta il caotico e rumoroso centro per trasferirmi in una zona decisamente più affascinante e tranquilla, chiamata "El Manzano", una collinetta verde ai margini della città distante da rumore e nervosismo, dove al mattino il canto di centinaia di differenti specie di uccelli mi avvisa che il sole sta sorgendo.
Qui ad aspettarmi ci sono Sara, Saul e Samir Rodriguez, una famiglia di artisti capaci di produrre splendidi oggetti di artigianato e curiose sculture in terracotta. La casa è amena quanto il loro lavoro.
Barquisimento vanta l`attributo di "città più musicale del Venezuela" . Sono venuto proprio qui per ascoltare un genere venezuelano molto particolare, il "Golpe Tucuyano", considerato uno dei più rappresentativi del Venezuela.
Il mio contatto arriva dalla tappa precedente, quando al concerto di Chiguarà (Merida, vedi post: Alla ricerca del violino perduto), conosco i componenti del gruppo "Golperos de Sanare" che mi invitano a fargli visita.
Sanare è un piccolo paesino situato fra le basse montagne dello stato Lara. È conosciuto per la sua musica e per i suoi bellissimi fiori.
Al mio arrivo vengo accolto con una sorpresa: Luis Gerardo è il cuatrista del gruppo e mi informa che proprio oggi nella casa di un campesino ci sarà un Tamunangue. Sinceramente io del Tamunangue non sapevo quasi nulla, avevo solo sentito parlarne vagamente da qualcuno a Barquisimento.
Luis colma in breve tempo la mia lacuna musicale spiegandomi le caratteristiche più peculiari di questo, che poi diventerà uno dei generi che più ho apprezzato in terra venezuelana. Il Tamunangue è una celebrazione musicale religiosa e pagana in onore di Sant'Antonio da Padova. Più che un genere è un rituale musicale che si esegue specificatamente ogni 13 luglio, ma anche in altre occasioni e momenti dell`anno, con la funzione di rito propiziatorio per il raccolto o, come in questo caso, come pagamento di una promessa al Santo. Ancora una volta incontro nel viaggio un genere musicale che viene associato al culto di un Santo cristiano (vedi post: Bumba meu boi e Alla ricerca del..).
 
Ci avviciniamo alla casa della promessa, e Luis mi confessa di non conoscere il motivo di questo Tamunangue. Si stanno facendo gli ultimi preparativi e parenti, amici e musici si sistemano nel cortiletto posteriore dell`umile abitazione. L`atmosfera è un misto tra festa, mistero e aspettativa. Tutti mi accolgono con grande gentilezza, ma in questo caso mi sento più intruso che mai, vista la situazione molto intima del rituale, e visto che non mi è mai piaciuto documentare con video e foto una celebrazione che ha a che fare con aspetti religiosi. Questa sensazione però durerà poco, sedata dalla cordialità e dall`accoglienza che solo un venezuelano può dimostrare. Conosco il padrone della casa che è anche colui che deve pagare la promessa: si tratta di suo figlio, che ha una grave malattia che non gli permette di camminare. Sembra però che il male sia migliorato e quindi è arrivato il momento di pagare la promessa.
In una parete è appoggiato un piccolo altare sul quale è sistemata una statua di Sant'Antonio da Padova. L`altare è adornato con molti fiori, una candela ed un bicchiere d'acqua. Si dà fuoco a dell`incenso in un secchio di latta e si comincia a recitare un lungo rosario.
Non c`è nessun prete, ma il rosario è "guidato" dal più anziano fra i presenti, che annuncia i santi da ringraziare. Dopo questa fase del tutto uguale ad un rituale cattolico, un gruppo di musici con cuatro e di cantori si sistema in semicerchio di fronte all`altare e comincia ad intonare un lungo "Salve", un canto somigliante ad un lamento, la seconda fase religiosa del Tamunangue. Comincio a pensare di esser capitato in un comune rituale di ringraziamento al Santo, tramite qualche preghiera e canzone di chiesa, ma mi sbaglio di grosso: i tamburi che sono sistemati ben in vista vicino all`altare spezzano la monotonia e l`atmosfera di devozione. Si tratta dei "tamunango", da cui deriva il nome del rituale, che sono dei tamburi di chiare origini africane del tutto simili (anche nel modo di suonarli) a quelli che avevo trovato a San Luis in Brasile, utilizzati per il genere "Tambor criollo" (ascolta la puntata n. 17 di Radio Vita). Quando termina il "Salve" si dà inizio alla parte più pagana del Tamunangue; i musici indossano il loro tipico cappello larense prima messo da parte, i tamunangos vengono portati al centro del cortile, distesi per terra di fronte all`altare, poi si apre una bottiglia di forte whisky e comincia la vera festa.
Il Tamunangue è suddiviso in sette momenti: la bella, la juruminga, el yeyevamos o chichivamos, el poco a poco, la perrendenga, el galerón e el seis por ocho o seis figurato. Prima però si esegue un pezzo indipendente, chiamato Batalla, dove i ballerini simulano una forma di combattimento con dei garrotes: strumenti dalle incerte origini africane o indigene.

 

Pare che questo pezzo si esegua solo quando si paga una promessa. Luis mi dice che serve per chiedere il permesso a Sant. Antonio di fare un Tamunangue.
Il rituale continua e tra una fase e l'altra, musici e ballerini si riposano, conversano, scherzano, mangiano e bevono, e la festa si fa via via sempre più animata. I danzatori all´inizio e alla fine dell'esibizione si inchinano davanti alla statua di Sant'Antonio. Il bambino, oggetto della promessa, passa tra le braccia dei genitori e dei ballerini e danza così insieme a loro per ringraziare il santo.
I sette momenti sono interpretati da un ensemble di cuatro, cinco, mediocinco, requinto, tambor colgante, maracas e voci (vedi sezione strumenti). E' molto interessante l´interazione tra musici e ballerini: tra i cantori c`è un solista che, improvvisando, suggerisce ai danzatori le azioni che devono mimare o simulare, così da far sembrare lo spettacolo una sorta di pantomima musicale. Il video qui sotto fornisce una chiara idea di quest'ultimo particolare del Tamunangue.

Si tratta della Juruminga, il terzo momento del rituale: è formato da un verso cantato dal solista e un ritornello del coro che dice sempre la parola "cojela". I danzatori devono interpretare mimando con il corpo e "los garrotes", tutto quello che il solista dice loro di fare. Solitamente l'argomento sul quale si improvvisa riguarda il lavoro nei campi, la semina, il raccolto, il corteggiamento della dama e aspetti che hanno a che fare con la vita campesina.

 

Il rituale può durare anche più di 4 ore, dipendendo dalla lunghezza dei brani e da quella delle pause tra i vari momenti. Il Tamunangue si conclude nello stesso modo di come è iniziato: con un lungo rosario nel quale si ringrazia Sant'Antonio e vari altri santi.

A Sanare ho partecipato a due Tamunangue in soli due giorni. Ho parlato a lungo con musici, paganti della promessa e semplici invitati, sull'importanza di questo rituale, e ho cercato di osservare e capire il più possibile, cercando di non farmi influenzare da giudizi e pregiudizi personali o impersonali. La cosa che mi ha più stupito è il grado di fede che possiede questa gente. Qui si fa tutto in onore ed in nome di Sant'Antonio da Padova. Parlando con un musico ho scoperto che, almeno qui a Sanare, la Chiesa cattolica non approva molto questa tradizione, considerandola come un rituale profano che utilizza santi e mezzi cattolici o come una forma di preghiera che non impiega certo dei canoni cattolici.  
La leggenda narra che Sant'Antonio da Padova per portare la parola di Dio agli indios, suonò per tre mesi i tamburi, dopo questo periodo smise di farlo e gli indios, essendosi abituati al suono, corsero in direzione del Santo per vedere cosa fosse successo; fu in questo momento che Sant' Antonio predicò la parola di Dio. Bisogna considerare però, che il Tamunangue ha salde radici africane; testimoni sono i principali strumenti con il quale si suona, los tamunangos. I musici mi raccontano che in passato questo era un rituale prettamente africano che con il tempo ha incluso caratteristiche cristiane e strumenti  e usanze venezuelane. Durante l'epoca coloniale e quella dell`evangelizzazione era usanza degli schiavi africani continuare a professare la propria fede "vestendo" i propri santi (oricha) con parvenze cristiane in modo da eludere i profeti. Ecco che Sant'Antonio da Padova era l`Oricha chiamato Elegguà, dio del cammino e capo del destino. Oltre a camuffare i propri santi, gli schiavi mescolavano i rituali cristiani con i propri formando così nuovi tipi di religioni e fedi (Vedi ad esempio post Candomblè). Durante il mio cammino e soprattutto in terra brasiliana, dove la presenza e l'influenza africana sono più forti che in altre zone, ho visto molte volte riproduzioni di santi cristiani con pelle nera.

Aver partecipato in questo cammino a numerosi rituali musico-religiosi tanto ameni quanto differenti tra loro, mi ha mostrato quanto l'opera di evangelizzazione cristiana da queste parti abbia stravolto, influenzato e riformato antiche culture religiose ed umane. La colonizzazione, con l`apporto forzato di razze differenti in zone a loro estranee, ha creato una mescolanza culturale che ancora oggi mostra i suoi risultati e dà i suoi frutti attraverso manifestazioni così eterogenee e particolari come il Tamunangue che, sebbene praticate in piccoli ed isolati angoli di mondo come la città di Sanares, racchiudono in sé le culture di mezzo mondo.  
Molti sono stati i racconti su miracolose guarizioni di casi disperati attraverso la venerazione a Sant'Antonio e al suo Tamunangue. In Brasile però sentivo gli stessi racconti associati al culto di altri santi o orichas e alla pratica di altri rituali. Non posso certo sapere se questi cosiddetti miracoli siano il regalo di santi o entità sovraumane, o abbiano una spiegazione nientemeno che scientifica, l`unica cosa che mi sembra di aver capito dopo queste esperienze, è che a volte la forza della fede in qualsiasi sua forma e per qualsiasi forma, supera ogni spiegazione razionale o irrazionale.  
RINGRAZIAMENTI: Famiglia Rodriguez: Saul, Sara, Samir; El grupo "Los golperos de sanare" Luis Gerardo
Per altre foto / Para ver outras fotos / Para ver otras fotos, CLICCA QUI. Per vedere gli articoli precedenti clicca su "STORICO" / Para ver outros artigos clica "STORICO" / Para ver otros articolos "STORICO"
Articolo (p)Link Commenti Commenti (5)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

DIRETTA RADIO GIOVEDI 6 DICEMBRE DA BUENOS AIRES
EN VIVO DESDE BUENOS AIRES EL DIA JUEVES 6 DICIEMBRE
 
17:00 HS (ARGENTINA) ON AIR SU RADIO LA TRIBU
 
 
SECONDA PARTE DEL RACCONTO DEL VIAGGIO:
 RIO DE JANEIRO -- CARACAS
SEGUNDA PARTE DE LA CHARLA SOBRE EL CAMINO:
RIO DE JANEIRO -- CARACAS

DIRETTA RADIO LUNEDI 3 DICEMBRE DA BUENOS AIRES
EN VIVO DESDE BUENOS AIRES EL DIA LUNES 3 DICIEMBRE
 
10:00 HS (ARGENTINA) ON AIR SU RADIO LA TRIBU
 
IL RACCONTO DELLA STRADA FATTA IN QUESTI MESI E ALTRO...
UNA CHARLA SOBRE EL CAMINO HECHO EN ESTOS MESES Y MAS...

DIRETTA RADIO GIOVEDI 29 NOVEMBRE DA BUENOS AIRES

EN VIVO DESDE BUENOS AIRES EL DIA JUEVES 29 DE NOVIEMBRE

14:30 HS (ARGENTINA) ON AIR SU RADIO CIUDAD

17:00 HS (ARGENTINA) ON AIR SU RADIO LA TRIBU 

IL RACCONTO DI TUTTA LA STRADA FATTA IN QUESTI MESI

UNA CHARLA SOBRE EL CAMINO HECHO EN ESTOS MESES

EN CASTELLANO ??

(italia: + 4 ore)


Per vedere gli articoli precedenti clicca su "STORICO" / Para ver outros artigos clica "STORICO" / Para ver otros articolos "STORICO"Per altre foto / Para ver outras fotos / Para ver otras fotos, CLICCA QUI. Per vedere atri video / para ver outros videos / Para ver otros videos CLICCA QUI.

Articolo (p)Link Commenti Commenti (2)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
14-12-2007

Non mi sono dovuto spostare di molto per incontrare il genere che dà il nome a questo post, anzi a Sanare sono stati gli stessi musici che poco prima avevano celebrato il Tamunangue (vedi post: Tamunangue) ad esibirsi ora con questo genere sicuramente meno impegnativo. Si tratta del Golpe tucuyano o larense suonato dai "Golperos de Sanare" un gruppo che per l'appunto a Sanare, mischia da 37 anni la sua attività musicale tra il misticismo del Tamunangue e la leggerezza del Golpe. Nel piccolo paesino larense pare ci siano poche formazioni di questo genere e che tra loro non esista come spesso accade della rivalità di settore; al contrario, quando un componente di un gruppo non sta bene o non può suonare, viene subito rimpiazzato dal componente di un altro gruppo; tanto da queste parti tutti i musici conoscono bene le note del Tamunangue e dei più conosciuti Golpes, e questi due generi sono considerati dei momenti di festa più che delle esibizioni musicali. Due generi che viaggiano insieme, ma che poco hanno a che fare insieme: il Tamunangue come scritto nel post precedente è una celebrazione musicale sacroprofana in onore di Sant'Antonio, mentre il Golpe tucuyano o larense è considerato come el Joropo dello stato di Lara (vedi post: Il grido della musica). A differenza del Tamunangue, che viene eseguito solo in particolari giorni dell'anno o in occasione del pagamento di una promessa, il Golpe può essere interpretato tutto l'anno ed in tutte le occasioni. Questo genere così divertente e ritmato nasce ancora una volta dalla vita rurale e dal lavoro nei campi, quando un tempo (ma ancora adesso) i contadini alla fine della giornata si riunivano per passare qualche momento spensierato in compagnia, intonando canzonette che avevano logicamente a che fare con tematiche che riguardavano la natura, il lavoro e ovviamente e sempre, l'amore. Ciò che accomuna questi due generi sono gli strumenti utilizzati e il luogo dove vengono suonati. Tamunangue e Golpe tucuyano sono due generi che si possono ascoltare solo da queste parti, quindi è normale che alla fine del pagamento di una promessa o addirittura tra una fase e l'altra del Tamunangue ci si possa distrarre con un Golpe; come è successo in questo caso sul video che metto qui sotto: i musici hanno suonato sul cortile della casa dove si stava pagando la promessa, appena dopo aver finito il rituale del Tamunangue.   

Gli strumenti utilizzati sono parte di quelli usati per il Tamunangue: cuatro, mediocinco, requinto, maracas coro e solista; in più troviamo il tambor colgante (i tamunangos non vengono utilizzati; vedi sezione: strumenti).  Parlando con i componenti del gruppo capisco che non è molto chiaro il fatto che il golpe sia un genere improvvisato o meno. Penso che la maggiorparte dei Golpes sia di repertorio, ma che non si escluda la possibilità di inserire nuove strofe o variazioni durante la esibizione. Quella dell'improvvisazione è una caratteristica che accomuna quasi tutta la musica venezuelana (vedi post: Unduetre Caraibi  o Il grido della musica).


Il pezzo che avete ascoltato qui sopra si intitola "La Inteligencia de los animales". è suonato dal gruppo "Los Golperos de Sanare" con Luis Gerardo al cuatro, Orlando Colmenare al mediocinco, Hector Sangronis al requinto, Aurelio Colmenare al tambor colgante, Euquerio Godoy alle maracas. Tratta ovviamente di tematiche riguardanti gli animali ed è una divertente sorta di indovinello:

IL TESTO

El no vee television (lui non vede televisione)
y tampoco escucha radio (e tantomeno ascolta la radio)
tampoco carga relojo (nemmeno carica un orologio)
pero canta con horario (però canta in orario)
que serà compadre?? es el gallo (che sarà compare?? è il gallo)
 
Repica como un telefono (suona come un telefono)
suena como un capachero (suona come un capachero)
cuando esta hacendo la casa (quando si sta costruendo la casa) 
no queda ny el estillero (non lascia nemmeno una scheggia)
que serà compadre?? es el pajaro carpintero (che sarà compare?? è il picchio)
Per vedere gli articoli precedenti clicca su "STORICO" / Para ver outros artigos clica "STORICO" / Para ver otros articolos "STORICO"Per altre foto / Para ver outras fotos / Para ver otras fotos, CLICCA QUI. Per vedere atri video / para ver outros videos / Para ver otros videos CLICCA QUI.
Articolo (p)Link Commenti Commenti (0)  Storico Storico  Stampa Stampa
 

Sul lato destro del blog è stato posizionato un nuovo logo.

Il Cammino Della Musica desidera ringraziare pubblicamente il Sig. Mauro Menegaldo che ha deciso di finanziare il progetto.

La donazione sarà utilizzata per concludere il cammino e montare un documentario sull'esperienza svolta in questi mesi.

Articolo (p)Link Commenti Commenti (2)  Storico Storico  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40

Iscriviti alla newsletter



chi sono


in questo momento
decisamente controcorrente



RAI DUE


RAI TRE


RAI TRE


RAI KILIMANGIARO


il Libro


CD chitarra


CD HandPan

.
.

visit my handPan website




Con il sostegno di





 



Ultimi commenti:
Lovely content, Reg...
14/10/2019 @ 20:21:47
Di RichardLof
Ogni volta che sto p...
13/05/2018 @ 13:45:06
Di Diego
e veramente stupendo...
23/01/2018 @ 00:54:50
Di marco
Ciao,la canzone del ...
04/01/2018 @ 18:49:31
Di Zu
Ciao Alyssa. Si, è m...
07/07/2016 @ 11:35:11
Di Andrea Gorgi ZU
Semplicemente avvolg...
08/05/2016 @ 22:36:32
Di Alyssa
Ciao Elena. Grazie p...
17/01/2016 @ 05:42:38
Di Andrea Gorgi ZU
Il veneto non è un d...
11/01/2016 @ 11:01:00
Di elena
hehe! ma quelle imma...
12/08/2015 @ 11:45:46
Di Zu
sicuramente un filma...
12/08/2015 @ 08:10:26
Di roby boscarin
Ciao Nicola, grazie ...
29/06/2015 @ 10:39:23
Di Zu
Conosco questa canzo...
28/06/2015 @ 23:51:31
Di Nicola Scarpel
DOCUMENTARIO BELLISS...
16/05/2015 @ 18:56:14
Di b
Caro Zu , anche con ...
18/03/2015 @ 19:35:58
Di Adelina, Gianni
bravi!che possiate c...
16/03/2015 @ 10:26:20
Di gianfranco micarelli -scultore-
Grande Andrea!Ho app...
03/03/2015 @ 19:15:11
Di Diego
C'è tanto dentro que...
26/02/2015 @ 17:24:41
Di Stefania D.
Emozione.....tanta ....
26/02/2015 @ 17:23:23
Di Alida
aggiungerei anche il...
26/02/2015 @ 17:20:54
Di Tatiana M.
anche Giuliano Prepa...
26/02/2015 @ 17:20:30
Di Otello S.
chissà cosa ne pense...
26/02/2015 @ 17:19:52
Di Paolo
Guardo le foto e leg...
07/02/2015 @ 06:50:44
Di Mrisa
grazie meraviglioso ...
01/02/2015 @ 10:42:12
Di Francesca G.
How wonderful that y...
31/01/2015 @ 19:35:57
Di Lorie H.
Il caos di Jaipur cr...
31/01/2015 @ 19:33:49
Di Lara F.
Bravi! fate sentire ...
29/01/2015 @ 19:30:15
Di Adelina, Gianni
Veramente bello!!! C...
29/01/2015 @ 17:28:07
Di Lara
Sempre con un po' di...
25/01/2015 @ 01:23:33
Di Valerio
CIAO SONO NICLA VIAR...
24/01/2015 @ 06:26:16
Di NICOLA
...GRANDE Federico.....
23/01/2015 @ 06:57:17
Di sandro brunello


26/04/2024 @ 07:40:13
script eseguito in 150 ms


radio popolare la tribu